Una finale magica per i colori azzurri vale la medaglia d’argento per Marcell Jacobs. Il 28enne bresciano agli Europei indoor è medaglia d’argento sui 60m piani: il primatista europeo della distanza a Istanbul (Turchia) scende di un gradino rispetto a Torun (Polonia) 2021 ma conquista un podio che vale tanto, per sé e per un primato stagionale portato a 6.50 (dopo essere prima sceso a 6.52 per vincere la semifinale) nonostante condizioni muscolari evidentemente imperfette e per l’Italia che mette a segno una fantastica doppietta. L’oro dello sprint puro maschile resta infatti in casa azzurra: primo e secondo di Istanbul replicano le prime due posizioni dei tricolori Assoluti di Ancona, con Samuele Ceccarelli, toscano dell’Atletica Firenze Marathon, straordinario campione d’Europa in 6.48 dopo essere sceso fino a 6.47 in semifinale, ovvero al secondo crono italiano all time dopo il record europeo di Jacobs (6.41). E l’Italia, con l’oro di Zane Weir nel peso e l’argento di Dariya Derkach nel triplo, è in testa al medagliere.
«Almeno l’oro è rimasto in casa - le parole di Jacobs a caldo - ma ho fatto tutto il possibile. Complimenti a Samuele, è stato davvero bravo. Ho corso con un po’ di dolore a una gamba però non ci ho pensato, senza tirarmi indietro mi sono buttato per dare tutto quello che avevo». Marcell, alfiere delle Fiamme Ori cresciuto a Desenzano del Garda, diventa l'azzurro più decorato nella storia europea nella specialità dei 60 metri in sala con un oro e un argento (un oro a testa per Ceccarelli e Stefano Tilli, campione nel 1983: due medaglie le avevano invece conquistate Pierfrancesco Pavoni, secondo nel 1987 e nel 1990, e Antonio Ullo, argento nel 1984 e bronzo nel 1987).
QUARTA GIORNATA – Domenica 5 marzo saranno due, anche in questo caso bresciani e battenti bandiera Fiamme Oro, gli atleti lombardi in gara agli Euroindoor. Hassane Fofana alle ore 8:35 italiane affronterà le semifinali dei 60m ostacoli: eventuale finale alle ore 19:05. Alle ore 17:05 spazio a Christian Falocchi nella finale dell’alto.
Cesare Rizzi
