Europei: Tortu Argento sui 200, Sito Quinto
Altra medaglia per gli atleti lombardi impegnati in azzurro agli Europei di Roma 2024: la firma è di Filippo Tortu, che in 20.41 è d’argento e colleziona il secondo podio europeo sui 200 metri dopo il bronzo 2022 correndo in 20.41 la finale. Nel curriculum del 25enne brianzolo spiccano ovviamente l’oro olimpico e l’argento mondiale con la 4x100, mentre sui 100m vanta un oro europeo e un argento iridato a livello Under 20. Nella stessa finale il casalasco Fausto Desalu chiude al quinto posto (20.59), stesso piazzamento centrato da un coraggioso Luca Sito (CUS Pro Patria Milano) con un eccellente 45.04 nella finale dei 400m.
LA CRONACA
200m uomini (finale) – Ombre rosse su una gara attesissima dagli azzurri. Non si parla di film western, bensì dell’epilogo difficile da pronosticare della finale dei 200 metri: dopo 140 metri Filippo Tortu (foto Grana/FIDAL) e Fausto Desalu (entrambi portacolori delle Fiamme Gialle) sono in lizza entrambi per medaglie pregiate, ma gli ultimi 30 metri vedono uscire a sorpresa dalla corsia nove l’outsider svizzero Timothé Mumenthaler, un bronzo europeo Under 23 l’anno scorso e un personale da 20.35. L’elvetico in maglia rossa supera Tortu portando il personale a 20.28 (+0.8): per il brianzolo c’è un argento che migliora di un gradino il bronzo del 2022 e un crono da 20.41 che peggiora di 27/100 il riscontro della semifinale. Anche la terza posizione è rossocrociata con William Reais a 20.47: Desalu si indurisce nel finale e chiude in 20.59, superato anche da Erik Erlandsson (Svezia, 20.57). È il primo argento azzurro sui 200 metri maschili dopo due ori (entrambi di Pietro Mennea: proprio a Roma 1974 e a Praga 1978) e due bronzi (di Sergio Ottolina a Belgrado 1962 e dello stesso Filippo due anni fa in Baviera).
Gli occhi al cielo di Tortu, vedendo alla propria destra una maglia rossa prima di lui sul traguardo, danno immediatamente la cifra emotiva di una medaglia che non lo esalta ma lo delude: “Mi sono contratto dopo 50 metri, poi mi sono un po’ incassato pagando quell’avvio tecnicamente imperfetto: il dispiacere è tantissimo, era una vittoria alla mia portata. La 4x100? È un obiettivo cui tengo tantissimo, ma prima di parlarne dovrò digerire questa finale”. “Ci ho messo tutto me stesso, se fossi stato sciolto nel finale mi sarei giocato il bronzo” l’analisi di Desalu, che comunque migliora di una posizione la sesta piazza ottenuta a Berlino 2018, quando (nella finale continentale più veloce di sempre a livello di valori medi espressi) siglò il personale a 20.13.
400m uomini (finale) – “Luca, Luca, Luca”: lo Stadio Olimpico acclama Luca Sito dopo la finale. Il neoprimatista italiano, portacolori del Cus Pro Patria Milano, è protagonista di una sfida per le medaglie (la prima individuale a livello internazionale in carriera in qualsiasi categoria) affrontata con grande coraggio e personalità, con un passaggio importante ai 200 metri a 21.26: ai 300 metri Sito è ancora in testa, ma il rettilineo finale è terreno di caccia del belga Alexander Doom, campione del mondo in sala oggi oro in un 44.15 formidabile (record nazionale a 8/100 dal primato d’Europa), e del britannico Charles Dobson, argento con il personale a 44.38. L’esperienza di Liemarvin Bonevacia porta l’olandese al bronzo a 44.88: Jonathan Sacoor è quarto (44.98), Sito è quinto in un 45.04 comunque ancora vicinissimo a un “muro” che in Italia hanno abbattuto solo in due.
400 ostacoli donne (semifinali) - Corre nella prima semifinale Ayomide Folorunso che si presenta in testa all’ingresso del rettilineo, poi viene affiancata dalla francese Louise Maraval. L’azzurra colpisce l’ultima barriera, prova a rilanciare la propria azione ma viene superata anche dalla britannica Lina Nielsen e chiude terza in 54.52. C’è il personale per le prime due (54.36 la transalpina, 54.43 l’inglese) mentre l’emiliana delle Fiamme Oro deve sperare nei tempi di recupero. Nella seconda “semi” si comporta bene Linda Olivieri (Fiamme Oro), novarese allenata a Milano da Giorgio Ripamonti, all’inseguimento della campionessa mondiale Femke Bol e la piemontese viene premiata con la prima discesa in carriera sotto il muro dei 55 secondi: 54.99 per guadagnare due posti nella lista italiana alltime (ora è sesta) anche se la sesta piazza al traguardo non consente il ripescaggio. Dietro al 54.16 della superstar olandese c’è il 54.59 in rimonta della ceca Nikoleta Jichova. Ancora meglio dal punto di vista cronometrico per Alice Muraro (Aeronautica) che toglie altri tredici centesimi al suo primato con 54.73 e timbra lo standard olimpico (fissato a 54.85) dopo averlo già sfiorato quest’anno. Ora è la terza italiana di sempre. La vicentina recupera una posizione nel tratto conclusivo, ma è terza alle spalle della norvegese Line Kloster (54.46) e dell’olandese Cathelijn Peeters (54.66), la prima delle eliminate mancando la finale per appena sette centesimi. “Nelle prime due gare di quest’anno ho provato la ritmica della scorsa stagione - racconta “Ayo” Folorunso - però non funzionava e allora ho cambiato qualcosa. Comincio a sentirmi come vorrei, ho avuto un piccolo inciampo sull’ultimo ostacolo ma il primato stagionale mi dà molta fiducia. Per fortuna non ho dovuto correre la batteria, avevo bisogno di un paio di allenamenti in più per ritrovare il mio abito. Una finale europea non è mai scontata, grazie a tutti per il tifo”. Muraro: “Davvero felice per il minimo olimpico, speravo di farlo a Roma. Era quello l’obiettivo, mi dispiace per la finale che è sfuggita di poco, ma le avversarie sono andate forte”. Olivieri: “È da anni che ho in testa questo 54 e adesso l’ho raggiunto, sono molto contenta. Penso di valerlo da tanto tempo, è bellissimo esserci riuscita qui perché siamo in casa, mentre la finale era molto difficile da ottenere”.
400 ostacoli uomini (semifinali) - Et voilà, Alessandro Sibilio: il partenopeo delle Fiamme Gialle (ultimo club civile l’Atletica Riccardi Milano 1946) stacca il biglietto per la finale di domani (ore 21.05) con una prestazione per certi versi clamorosa. L’azzurro, al via da secondo europeo dell’anno con 48.25, debutta all’Olimpico con una prova pulita guardandosi a destra e a sinistra dopo l’ultima barriera. Al traguardo chiude in un formidabile 48.07 per vincere la terza semifinale e stampare il secondo tempo in carriera dopo il 47.93 della semifinale olimpica di tre anni fa a Tokyo. Il suo pensiero, dopo la “semi”, è in bilico tra passato e futuro a breve termine: “Non avevo mai gareggiato in questo stadio, sapevo di dover partire forte, qualche errorino l’ho fatto. Non voglio dire quale sia l’obiettivo della finale, ma domani potremo divertirci. Gli infortuni delle ultime stagioni? Ho voluto a tutti i costi tornare a questo livello, la mia testa non mollerà mai”. Il crono dell’allievo di Gianpaolo Ciappa è il migliore del round intermedio. Il favorito numero uno e primatista del mondo Karsten Warholm conquista in scioltezza la prima semifinale in 48.75, nella stessa eliminatoria Mario Lambrughi (Atl. Riccardi Milano 1946) chiude sesto in 50.03 (21esimo tempo complessivo) con la dedica e il benvenuto al nipotino Elia, figlio della sorella Viola, nato cinque giorni fa.
1500 uomini (batterie) - La specialità è stata rivoluzionata nell’ultimo anno: al via il primatista italiano Pietro Arese (Fiamme Gialle), arrivato a 3:32.13 a Oslo, ma anche il terzo e il quinto azzurro di sempre, Federico Riva (Fiamme Gialle) e Ossama Meslek (Esercito). Due batterie con sei pass ciascuna per la finale. Nella prima Arese resta molto coperto nei primi 600 metri, poi inizia a guadagnare posizioni a due giri dal termine: parziali non irresistibili (2:38.53 al chilometro), i candidati ai sei biglietti per l’epilogo di mercoledì (ore 22.26) sono tanti. Il piemontese allenato da Silvano Danzi a Varese gestisce però la gara con autorevolezza, finendo in seconda posizione dietro il britannico Neil Gourley (3:44.05 a 3:44.09). Più densa di spunti di cronaca la seconda semifinale, con il campione olimpico ed europeo Jakob Ingebrigtsen costantemente in ultima posizione nel primo 500 e Meslek e Riva allo stesso modo pimpanti nelle prime posizioni del gruppo. Il norvegese riesce a dribblare una caduta all’inizio all’ultimo giro e ai -200 metri rientra sul sestetto di testa comprendente gli azzurri. Sulla retta finale lancia la progressione Riva, a sfidarlo è addirittura Ingebrigtsen: i due si guardano, sorridono, ma il vichingo non ci sta a perdere nemmeno in un’eliminatoria e si prende il primo posto in 3:37.65, Riva secondo in 3:37.75 e Meslek va comodamente in finale con la quarta piazza a 3:38.41. Nel dopo gara Arese (“Sono contento di come ho corso: sono arrivato un po’ di volte quarto, tra Europei, Giochi del Mediterraneo e Europei a squadre, mercoledì sera spero di sfatare questo mito, manteniamo la calma ma sto bene e ci giocheremo tutte le carte. Vado in pista con curiosità, ma si può provare ad andare sul podio”) e Meslek appaiono decisamente soddisfatti, mentre il romano Riva è quasi commosso: “Sono in questo stadio ogni due settimane (a seguire la Roma, ndr), qui è venuta talmente tanta gente a vedermi che faccio fatica a non emozionarmi. Mi sono imposto di correre davanti, è stata un’ottima batteria”.
800 donne (batterie) - Quattro batterie verso due semifinali, con tre “Q” maiuscole per eliminatoria e quattro crono di ripescaggio: Italia in gara con due atlete che hanno corso anche quest’anno sotto i due minuti ma incappate all’Olimpico in una giornata decisamente storta. Nella seconda batteria gestita senza problemi dalla britannica campionessa in carica Keely Hodgkinson (1:02.56 al suono della campana, 2:02.46 per vincere), Eloisa Coiro cede allo sprint il terzo posto alla lussemburghese Charline Mathias e il 2:02.86 non basta per il ripescaggio. La 23enne romana delle Fiamme Azzurre non nasconde la delusione: “Non so cosa dire se non che mi dispiace tantissimo: ho spinto al massimo anche in volata, non so dire ora cosa ho sbagliato, ma sicuramente non era il risultato che mi aspettavo. Sono mortificata, non doveva andare così”. Ancora più complicata la retta finale per Elena Bellò (Fiamme Azzurre), veneta di stanza in Brianza, nella terza batteria: un po’ chiusa dopo 200 metri, si colloca in ottima posizione alle spalle della slovacca Gabriela Gajanova, transitata in 1:00.09 a metà. Negli 80 metri finali, mentre Gajanova vince in 2:00.31, Bellò si spegne fino a chiudere settima in 2:02.75: “Rivedrò la gara per capire cosa sia successo nel finale, gli allenamenti dicevano ben altro. Quest’Europeo era un’occasione”. Il miglior crono alla fine è della tedesca Majtie Kolberg a 2:00.23.
Decathlon (400) – Dario Dester tutto cuore nella prima serie: ne esce un 48.43 di ottima qualità che sarà l’ottavo complessivo del turno e che resta a sei decimi dal personale. Per Lorenzo Naidon arriva un discreto 50.70. Fioccano personali: Johannes Erm domina con 46.81, Sander Skotheim scende a 47.50 e Makenson Gletty si migliora ancora una volta (terzo personale su cinque gare) con 47.60. Il decathlon chiude il day 1 con Skotheim davanti con 4566 punti, 25 in più di Erm e 27 in più di Gletty, mentre Rooth è quarto a -110: Dario Dester passa al giro di boa a quota 4149 punti, dieci in più di Niklas Kaul che domani sarà chiamato a una formidabile rimonta per provare a difendere il titolo. “Sono molto stanco ma anche molto contento di essere tornato a questi livelli: dopo gli infortuni degli ultimi due anni ho pianto di gioia dopo i 100” l’emozionato racconto del cremonese. Naidon è 21esimo (3887).
Decathlon (alto) – Sia Dario Dester sia Lorenzo Naidon sono reduci da infortuni più o meno recenti e la condizione non è forzatamente al massimo, ma nella specialità arrivano buone misure per il curriculum dei due atleti: 1,99 per Naidon, un bel 2,02 acciuffato alla prima prova per Dester. “L’eroe di tappa” è il norvegese Sander Skotheim, che infila 2,11, 2,14 e poi (al terzo assalto) un eccellente 2,17: il vincitore del Multistars Jente Hauttekeete (Belgio) supera 2,08, Makinson Gletty tiene botta con lo stagionale a 2,02, Markus Rooth e Johannes Erm siglano 1,99, Kaul e Mayer non vanno oltre 1,96. In classifica dopo due quinti di decathlon c’è Skotheim in vetta a +23 (3633 a 3610) su Gletty: Dester 16esimo (3261), Naidon 21esimo (3104).
Decathlon (peso) - Makenson Gletty, dopo il personale sui 100 e nel lungo (7,50/-1.2), griffa anche il peso con il miglior lancio a 16,27. Seconda misura per un altro transalpino, Kevin Mayer (15,31), mentre Markus Rooth arriva a 15,27 e Niklas Kaul ottiene lo stagionale a 15,10. Lontani dai propri limiti gli italiani: 12,43 per Dario Dester, 11,94 per Naidon. Dopo tre prove Gletty guida sul regolarissimo estone Johannes Erm con nove punti (2788 a 2779), seguono i norvegesi Rooth (2754) e Skotheim (2670), Dester è 19esimo (2439 punti) e Naidon 24esimo (2310).
Decathlon (lungo) - Formidabile il norvegese Markus Rooth, che nonostante il vento a -1.1 vola oltre gli otto metri con 8,01 (personale). È un momento in cui è anche difficile gestire la rincorsa (sull’Olimpico arriva un innocuo scroscio di pioggia) per via del vento, visto che l’altro norvegese Sander Skotheim gli arriva vicino con 7,93 in questo caso ventoso (+4.0). Kevin Mayer atterra a 7,37 ventoso (+2.3) e poi rinuncia ai successivi salti, Niklas Kaul centra il personale a 7,44 (+0.9). I portacolori azzurri si esprimono su buone misure: il 7,32 (+0.4) di Dario Dester, primato stagionale, e il 7,18 (+1.5) di Lorenzo Naidon.
Decathlon (100) - Due azzurri nella prova multipla maschile, entrambi reduci da stop di natura fisica più o meno gravi. Il primatista italiano Dario Dester (Carabinieri) debutta all’aperto dopo l’infortunio muscolare che lo aveva fermato due giorni prima del Multistars di Brescia. L’esordio è molto incoraggiante per il cremonese, con il primo posto nella prima delle tre serie (-0.5) in 10.76, record personale pareggiato (nel 2022 aveva corso due volte nello stesso crono) e settimo posto complessivo. Lorenzo Naidon (Fiamme Gialle), bloccato nei 60hs agli Assoluti indoor da un problema tendineo all’inserzione del bicipite femorale, era invece rientrato a metà maggio con un buon 41,74 nel disco e 4,90 nell’asta. Nello sprint il trentino si mostra ancora un po’ in rodaggio con un per lui modesto 11.05 (+0.4). Il miglior tempo è di Makenson Gletty (Francia), che nella stessa serie di Naidon porta il personale a 10.55, mentre il connazionale e recordman mondiale Kevin Mayer apre con 10.72 sempre nella stessa volata e il campione in carica Niklas Kaul (Germania) nella prima serie corre in 11.34 (-0.5) ma è decisamente più competitivo nella seconda giornata.
Cesare Rizzi