Marta Amani Bronzo Mondiale U20!

Marta Amani Bronzo Mondiale U20!

Una serata/nottata lunghissima e carica di emozioni porta due medaglie all’Italia ai Mondiali Under 20 di Cali (Colombia): a inserire il nostro Paese nel medagliere (prima dell’oro della toscana Rachele Mori nel martello) è la lombarda Marta Amouhin Amani, 17enne di Villa Cortese (Milano) bronzo nel salto in lungo con una prestazione fantastica sul piano della personalità, del valore tecnico della misura e del contesto (agonistico ma anche ambientale) in cui tale medaglia arriva. La portacolori del CUS Pro Patria Milano è bronzo con il nuovo personale a 6.52, un centimetro in più di quanto saltato lo scorso 26 giugno ai tricolori Assoluti outdoor di Rieti a consolidarne il quarto posto nelle graduatorie italiane alle spalle di Larissa Iapichino (6.80), Arianna Battistella (6.55) e Maria Chiara Baccini (6.55): Baccini era stata l’unica prima di Amani a salire su un podio iridato Under 20 nel lungo femminile con il bronzo di Annecy (Francia) nel 1998, Marta Amani Grazia Vanni Cali 2022curiosamente alla stessa età della milanese (la toscana, classe 1981, aveva appena compiuto 17 anni mentre Marta ne farà 18 il 10 ottobre). L’ultima medaglia per un atleta lombardo ai Mondiali Under 20 era arrivata il 21 agosto 2021 a Nairobi (Kenya) con il bronzo della 4x400 femminile con Alessandra Iezzi e Alexandra Almici. [Ce. Ri.]

LA CRONACA di Fidal.it

Una meraviglia sotto la pioggia. Da sesta a terza, da una gara discreta alla giornata più bella della sua vita sportiva. Marta Amani regala all’Italia il bronzo del salto in lungo, indovinando il primato personale di 6,52 (+0.7) nel momento del dentro-fuori, al sesto e ultimo turno, quando ormai la partita sembrava chiusa, con una serie stabile però senza picchi. Ma la tempra di questa ragazza, milanese di Villa Cortese, non ancora diciottenne e già campionessa italiana assoluta indoor ad Ancona al primo anno di categoria juniores, è tale che bisogna attendere fino all’ultima chiamata. Lo stacco è al limite della perfezione (solo 2,6 cm lasciati in pedana, secondo la rilevazione ufficiale World Athletics), l’azione in volo è composta ed efficace, la pioggia la disturba ma le motivazioni sono ancora più scroscianti e prevale la voglia di balzare su quel podio: un centimetro in più del personale realizzato agli Assoluti di Rieti (6,51), inghiottite in un colpo solo l’australiana Surch (6,45), la polacca Matuszewicz (6,31), la sudafricana Fouche (6,31), allungando con decisione rispetto al 6,24 che la collocava in sesta piazza (seguito da 6,22, due nulli e 6,21) con il rischio di mandarla a casa con un po’ d’amaro. Resta a sette centimetri l’argento della padrona di casa Natalia Linares (Colombia, 6,59), a quattordici la medaglia d’oro della bulgara Plamena Mitkova (6,66), una saltatrice 2004 come la Amani, e quindi avversaria di categoria anche nella prossima stagione. L’accento è sulla ‘ì’ finale, come tiene sempre a ribadire Marta: nel sangue dell’azzurra scorre l’atletica leggera, da parte di mamma Marina Favaro, ex quattrocentista azzurra che le ha trasmesso anche la passione per la velocità (ieri 24.01 nei 200, in stagione 53.42 nei 400) oltre che quella per il lungo, coltivata sul campo di Bienate Magnago con coach Fiorella Colombo difendendo i colori del Cus Pro Patria Milano.

“Sono veramente contentissima, in quell’ultimo salto ho cercato di dare tutto quello che avevo - le parole di Marta Amani, studentessa al liceo scientifico Tosi di Busto Arsizio - ho saltato per la mia allenatrice, per mia mamma, per chi mi vuole bene. Ero talmente concentrata su me stessa che quasi non mi ero accorta della possibilità di arrivare terza, ho cercato di guardare la classifica il meno possibile. Il gruppo dei compagni azzurri ha fatto tantissimo tifo e li ringrazio. La pioggia? No, non si è rivelata un fattore, non mi ha ostacolata troppo. Il primo salto, il 6,24, l’ho messo dentro quando ancora non pioveva. E all’ultimo salto ho pensato a tutti gli allenamenti fatti e ho trovato le energie dentro di me. A differenza dei salti precedenti, lì non ho lasciato centimetri o fatto errori da nullo, ma pensavo fosse un sei e quaranta, non di più. E invece no, è bastato per la medaglia”. La scelta di correre la batteria dei 200 metri alla vigilia della finale del lungo poteva sembrare azzardata ma le è servita per liberare la mente: “Sì, era rischiosa, ma mi ha permesso di alleggerire le tensioni pensando a qualcosa che mi piace. E mi ha aiutato anche la passione per il pianoforte: prima del Covid prendevo lezioni, mi aveva spronato mia nonna fin da bambina. Ora ho smesso, è difficile da conciliare con l’atletica e con lo studio. Continuo a suonare per conto mio perché mi rilassa: l’ho fatto anche prima di Cali, come prima di ogni gara importante”.

 

FOTO Mateo/FIDAL in home: la gioia di Marta Amani. In alto a destra: Marta con Grazia Vanni, vicepresidente FIDAL e capodelegazione a Cali.