Storie del Road: 50 Anni di Road Runners Club

Storie del Road: 50 Anni di Road Runners Club

Centosessanta pagine fitte fitte di episodi, situazioni, resoconti, ricordi, contributi, perle: di storie, insomma, come rimarca il titolo del godibile libro scritto a cento mani dalla “gente del Road”, al secolo il Road Runners Club di Milano, o RRCM, 52 anni di vita e una delle prime, se non la prima, società amatoriale italiana dedita solo alla corsa con intenti molto ricreativi e poco competitivi.

Centosessanta pagine che sono un miracolo, perché, come ricorda nella prefazione il presidente Isolano Motta, «ricordare i nomi dei circa cinquemila soci che si sono iscritti al club dalla sua fondazione e raccontare le loro imprese sportive su tutti i campi di gara, dai prati alle strade e alle piste, sarebbe stata un’impresa titanica, così come è stato anche solo realizzare questo libro».

Centosessanta pagine “messe insieme” dai redattori del Runner’s Post, lo storico notiziario dell’ultracinquantenne sodalizio meneghino: Vincenzo Consoli, Giampaolo Gerbaz e Walter Valli, guidati dal direttore Mauro Broggi, uno che il mestiere di giornalista lo conosce molto bene.

Centosessanta pagine presentate nella serata di ieri, nella sala Pino Zoppini del CONI di via Piranesi, da una qualificata presenza di presidenti ad affiancare Isolano Motta: da quello del comitato olimpico lombardo Marco Riva, a quella del Consiglio Comunale di Milano Elena Buscemi – già atleta del RRCM –, a quelli della FIDAL regionale Gianni Mauri (col vice Luca Barzaghi) e provinciale Paolo Galimberti.

Magistrale la conduzione dell’incontro – ché, pur nella sua formalità, tale è stato, dai contorni più simili al revival tra amici che alla presentazione di un libro di tipo tradizionale – da parte di Walter Brambilla, col volume in mano a sfogliare le pagine e a soffermarsi su questo o quell’autore, tutti ovviamente a lui noti, da vecchio atleta del Road (tessera numero 127), chiamandoli anche in causa, come Gabriele Barbaro, uno dei migliori fondisti azzurri degli anni Settanta, legato al RRCM dal successo nel 1975, con la seconda miglior prestazione italiana sulla distanza, alla Maratona di Monza, una delle intuizioni del club (poi trasformata nella Mezza di Monza, altrettanto di successo), o di chi scrive queste righe, che quella classica invernale l’ha conquistata tre volte.

Nel mezzo, le chiamate al microfono di altri associati storici, come don Marcellino Brivio, il prete volante, o come Elio Pravettoni, alias Segrelio, segretario del Road per quasi due decenni, o di due donne superlative come Lucia Firinu e Donatella Vinci, ma anche di ospiti come Michele Mesto, uno degli storici patron della Stramilano, e Giovanni Cassano, organizzatore dell’indimenticata Maratona di Cesano Boscone, per la loro vicinanza al RRCM.

E poi il richiamo ai tanti simpatizzanti – due nomi su tutti: quello di Franco Fava, che “In quel giorno del 1977” racconta il suo tentativo di record del mondo dell’Ora all’Arena di Milano all’interno della 24x1h RRCM, altra manifestazione sfiziosa portata al successo dal Club, che ha spopolato negli anni della crescita del running in Italia, e quello di Francesco Panetta, che in “Sembrava un venerdì tranquillo” svela come era nato il suo “ingaggio” per la Mezza di Monza del 1987, quando stracciò il mitico Steve Jones –, ma anche ai praticanti presenti che, pur nel rispetto dello spirito assolutamente amatoriale del sodalizio, hanno dato lustro in molti e differenti modi all’attività dello stesso.

In sala, col novantatreenne Rodolfo Marchisio, il “vice Motta a vita”, molti degli autori degli articoli raccolti nel libro: Luigi Pericoli, Riccardo Ghidotti, Luciano Alvazzi, Ettore “Compa” Comparelli, Fulvio Frazzei, il veterano del triathlon Giorgio Alemanni.

Tra i non presenti hanno avuto una più che doverosa citazione l’infaticabile articolista Ennio Buongiovanni, il campione europeo Master 1978 Paolo Pavanello, il grande testimonial dell’attività in pista Vincenzo Felicetti, la prima campionessa italiana assoluta di maratona alla bella età (nel 1980) di 46 anni Maria Pia D’Orlando, oltre a due dei fondatori del Club nel 1971, Attilio Monetti, mente fertile e primo comunicatore del RRCM, e Giancarlo Sisti, che dalla “postazione” del suo iconico negozio Sisti Sport giusto di fronte alla storica sede del RRCM in via Canonica, finché è stato in attività ha supportato l’attività e rilanciato l’immagine del sodalizio con al fianco l’inseparabile moglie Emma, primo pilastro della segreteria.

Questa la cronaca fedele di una serata che è volata in un soffio in regime di scanzonata serietà a celebrare, attraverso un libro, il club che ha fatto la storia della corsa amatoriale a Milano e indubbiamente anche in Italia.

Le centosessanta pagine del libro rendono di certo giustizia all’attività creativa e lungimirante del Club che due anni dopo la celebrazione del cinquantenario si fa raccontare dal coro polifonico dei suoi associati che fanno ben risaltare lo spirito accogliente e aggregante, estremamente tranquillizzante per chi abbia vestito la canottiera bianco/blu con l’“omino Road” disegnato a suo tempo da Corrado Montoneri, e l’alito innovativo, a volte addirittura irriverente, nel proporre nell’arco di cinque decenni esperienze sempre diverse.

Il futuro? Tutto da scrivere, si chiosa nell’ultima pagina. La giovane Elena Zanzottera, vivace segretario, nonché vicepresidente, garantisce di mantenere l’anima (e l’animo) del Road e di rinverdirne i fasti. La continuità della storia la garantisce Isolano Motta, perché presidente che vince non si cambia.

Marco Marchei

foto in home di Roberto Mandelli