Settore Tecnico: gli Orizzonti di Camellini

Settore Tecnico: gli Orizzonti di Camellini

Sono settimane di lavoro intenso per i vertici del Settore Tecnico Regionale nominati nel Consiglio Regionale FIDAL Lombardia lo scorso 28 ottobre. Al vertice della struttura c’è Graziano Camellini, referente nazionale per il settore Prove Multiple: il tecnico brianzolo, 72 anni, è il fiduciario tecnico regionale per il quadriennio 2024-28, affiancato da un altro coach di grande esperienza e competenza (in questo secondo caso nei Salti) come Giuseppe Balsamo in qualità di vicefiduciario.

Camellini e Balsamo hanno da poco messo a punto le linee programmatiche-organizzative per il prossimo quadriennio: è stato questo il tema dell’intervista a Graziano Camellini proposta qui di seguito.  «Ritengo opportuno - la premessa del coach di Albiate (Monza Brianza) - ringraziare tutti coloro che in questi ultimi otto anni si sono adoperati per dare continuità, sviluppare e far crescere tutto il movimento atletico regionale. È inoltre doveroso riconoscere alla direzione tecnica uscente la grande capacità nell’organizzare, nel coordinare e nel gestire non solo l’attività tecnica ma la sempre più ampia mole di iniziative, tecniche, organizzative e agonistiche, che richiede una regione come la Lombardia».

Dopo due mandati nel Settore Tecnico FIDAL Lombardia (2008-2016) hai vissuto le ultime stagioni nella Struttura Tecnica nazionale: come valuti l’attuale livello dell’atletica lombarda? Come si pone la Struttura Tecnica Regionale di fronte al fiorente e ampio movimento di atleti e di tecnici della regione?

«L’atletica lombarda è punto di forza fondamentale dell’atletica italiana, da sempre. Il livello tecnico degli atleti lombardi è risultato spesso il valore aggiunto nelle diverse selezioni nazionali, dagli Under 18 al settore Assoluto, e le indubbie potenzialità dell’atletica lombarda hanno contribuito a far emergere, di anno in anno, giovani atleti di chiaro talento. È evidente, inoltre, che in questi ultimi anni i risultati degli atleti lombardi abbiano contribuito in modo significativo ai meritati successi dell’atletica italiana. Questo elogio è indirizzato a chi, con continuità e passione, lavora spesso nell’ombra per far crescere la propria società e con essa i tecnici e gli atleti che supporta. La Struttura Tecnica Regionale non allena gli atleti, ma attraverso il suo lavoro può proporsi come servizio di supporto e come punto di riferimento per le società, per i tecnici e per gli atleti. Intendiamo farlo attraverso una proposta tecnico organizzativa che intende dare un indirizzo programmatico a tutta l’attività tecnica e formativa che fa riferimento al settore tecnico regionale della federazione italiana di atletica leggera: un filo rosso che vuole essere di collegamento tra centro e periferia, ci permetterà di avere un obiettivo per ognuno di questi soggetti (società, tecnici, atleti), una progettualità che li accompagni, li supporti e che sia loro da stimolo nella quotidianità del loro lavoro, con soluzioni operative e con risposte (nei limiti del possibile) adeguate alle necessità».

Hai parlato di “attori”-chiave come atleti, tecnici e società: quali obiettivi e quali relazioni vedi possibili per queste tre figure?

«Sono entrato nel Settore Tecnico FIDAL nazionale negli anni in cui veniva lanciato uno slogan che condividevo: “L’atleta al centro dell’attenzione, la società al centro del sistema” . Mi ritrovavo in quelle parole, anche se a parer mio mancava qualcosa che forse, allora si dava per scontata, mancava quella parte, quella componente che è diventata negli anni successivi un mantra, cioè l’espressione chiave del successo nella nostra splendida atletica, la relazione tecnico-atleta nella quale al crescere dell’allenatore corrispondeva il miglioramento prestativo dell’atleta. Eccoli allora i tre soggetti al centro del nostro operare: l’atleta quale soggetto da sostenere e valorizzare;  il tecnico quale operatore dalle mille sfaccettature, dalle mille risorse, che si distingue per la sua capacità di adattarsi, trovare soluzioni creative ai problemi della quotidianità, frutto della propria formazione e delle competenze acquisite; la società quale cantiere aperto, fucina di talenti, sempre alla ricerca dei mezzi migliori per sostenere ed incentivare i propri tesserati. Tutti elementi da valorizzare e sostenere attraverso un percorso, che con competenza e responsabilità, ci si propone di individuare e ricercare».

Quali strategie metterete in atto nel vostro percorso di Settore Tecnico?

«Il contesto è sicuramente il territorio lombardo e le strategie di sviluppo non possono limitarsi a ruotare soltanto attorno ai tre soggetti indicati. Questi soggetti, infatti, occupano uno spazio, vivono in ambienti, ambiti e realtà spesso completamente diversi tra loro (pensate alle differenze relative non solo alla morfologia del territorio tra Mantova e Sondrio), ed è in ognuna di queste diverse realtà che il settore tecnico dovrà lavorare per favorire lo sviluppo dell’atletica sul territorio. In particolare il Settore Tecnico FIDAL Lombardia dovrà essere concreto elemento di supporto nell’indirizzo, nella formazione, nello sviluppo e nella crescita dei giovani tecnici, dei giovani atleti che, in relazione alle loro capacità sapranno emergere con gradualità in un contesto che deve essere sempre meno periferico, ma contestualizzato in un “centro allargato”».

Parliamo di obiettivi: cosa si prefigge il Settore Tecnico FIDAL Lombardia per il quadriennio 2024-28?

«È difficile pensare ad obiettivi agonistici migliori di quanto ottenuto in questi ultimi anni dagli atleti e dalle atlete lombardi in ogni ambito (corsa campestre, strada, montagna, pista) e in ogni categoria, dai Cadetti/e agli Assoluti, passando dai successi a livello Under 18 e Juniores/Promesse: in tale senso è opportuno sottolineare anche i numerosi successi ottenuti dai nostri club nei Campionati di Società per tutte le categorie.

Occorre di conseguenza spostare l’obiettivo, occorre lavorare per far sì che tutte le società lombarde siano ancora più espressione delle potenzialità del territorio e favorire, di conseguenza la continuità di questo felice momento dell’atletica lombarda:

  • lo possiamo fare partendo dalla formazione e dall’aggiornamento dei tecnici su tutto il territorio lombardo;
  • lo possiamo fare sostenendo con forza e determinazione l’inscindibilità del binomio tecnico atleta e la necessità di favorire il processo di crescita di entrambi;
  • lo possiamo fare creando i presupposti per favorire, incoraggiare, stimolare, promuovere il dialogo e il confronto tra i tecnici della struttura regionale/nazionale e i tecnici sociali;
  • lo possiamo fare con progetti mirati, che favoriscano, strategie atte a scongiurare l’abbandono precoce e promuovere la continuità della pratica agonistica;
  • lo possiamo fare infine, fornendo all’attività giovanile un percorso di “salvaguardia” ancor prima di quello tecnico e organico, che permetta agli atleti più giovani di essere tutelati nella crescita e nello sviluppo delle loro potenzialità, modificando, nel caso fosse necessario, il percorso atletico e competitivo, al fine di scoraggiare scelte che potrebbero soffocare le potenzialità individuali e la maturazione sportiva».

Come verrà strutturato il percorso per raggiungere questi obiettivi?

«Per sostenere tutte queste iniziative rivolte ai giovani, ai tecnici, alle società, alle relazioni con il territorio (Comitati Provinciali), sarà necessario un approccio che permetta di coinvolgere soggetti nuovi, attivi, propositivi, vicini ai giovani, quindi, maggiormente capaci di “leggere” il contesto e offrire risposte concrete, partendo dalla realizzazione e conseguente valorizzazione di una rete tecnica che copra con efficacia tutto il territorio.

Tutto ciò non può avere un decorso casuale, occorre necessariamente, avere un modello organico di lavoro e di intervento, occorre stabilire delle priorità, determinare spazi e risorse per definire le attività tecniche e di formazione.

  • I raduni tecnici: chi coinvolgere, con quale criterio, per quali categorie, tematici o multidisciplinari;
  • Attività di formazione: oltre ai corsi di formazione di primo livello, che cosa proporre?
  • Sul territorio a livello provinciale e interprovinciale: interventi che favoriscano il confronto, offrano possibilità di crescita e di evoluzione tecnica
  • Convegni e momenti di confronto su tematiche specifiche, anche a margine di eventuali raduni tecnici

Sarà inoltre necessario essere propositivi verso il mondo della scuola, a partire dal territorio (l’importanza di un rapporto positivo e collaborativo con il mondo della scuola appare evidente). Anche dal punto di vista educativo risulta ormai superata ogni contrapposizione tra pratica sportiva ed impegni di studio, mentre appare chiaro che tra pratica sportiva e rendimento scolastico vi sia una relazione positiva, con risultati scolastici in alcuni casi nettamente superiori per coloro che praticano sport in modo regolare o addirittura agonistico.  Credo inoltre sia opportuno creare o attivare canali preferenziali di coinvolgimento e collaborazione con le facoltà di Scienze Motorie presenti in regione».

Una proposta molto articolata che necessita ovviamente di un sostegno economico: a quali aspetti dedicherete le maggiori risorse?

«Ogni punto previsto in questa proposta necessita di un capitolo di spesa. Il compito della struttura tecnica è indicare un percorso virtuoso, stabilire una priorità di intervento, valutare con coerenza l’efficacia delle proposte e se a queste vi siano state risposte adeguate. Tutto ciò deve essere condiviso dalla Presidenza e dai consiglieri. Questa proposta è sicuramente incompleta, altre tematiche importanti potranno essere inserite o sicuramente emergere con l’andare del tempo, ma una cosa mi preme sottolineare: credo debba essere una peculiarità del Settore Tecnico regionale, lo sviluppo, la salvaguardia di quella particolare fascia di età che caratterizza l’attività giovanile».

Come approccerete l’attività di una fascia d’età complessa come quella che coinvolge le categorie Cadetti, Allievi e Juniores?

«Le categorie giovanili evidenziano alcune peculiarità.  Da una parte abbiamo i giovanissimi, che mostrano una scarsa motricità dovuta in parte alle manchevoli esperienze motorie maturate con la crescita e che, di conseguenza, necessitano di un percorso di sviluppo che comprenda innanzitutto una attenta analisi dei bisogni da cui scaturiscano delle corrette proposte didattiche ed un percorso di programmazione motorio/sportivo adatto alle diverse fasce di età. D’altro lato, sin dalle categorie Cadetti e perfino dai Ragazzi, si evidenzia una anticipata fuga in avanti, una eccessiva ricerca della prestazione.  Quella che oggi viene definita “new next generation” da una parte sorprende in quanto esprime un gruppo di atleti/e che hanno ricevuto in dono la capacità di realizzare (non solo a livello motorio) risultati di eccellenza e che dimostrano capacità atletiche, tecniche e tattiche innate e apprese; dall’altra preoccupa: l’abbandono nel passaggio Allievi-Juniores e Juniores-Promesse, è imputabile, non sempre ma con sempre maggiore frequenza, a un’attività che appare eccessivamente impegnativa e che sembra non dare tempo e spazio al giovane per scoprire la propria personalità. Sarà certamente compito di questa struttura tecnica studiare e individuare strategie per scongiurare l’abbandono in queste fasce di età e promuovere la continuazione della pratica agonistica, cercando di proporre un’esperienza di agonismo comunque rispettosa della crescita personale dei nostri giovani atleti. Ribadisco ancora che le risorse tecniche presenti in regione hanno capacità e competenze di assoluto rilievo, da valorizzare e da mettere a disposizione del territorio. La struttura tecnica regionale che andrà a formarsi, nell’ambito di una struttura che definirà i diversi incarichi, avrà quale obiettivo primario (oltre a quanto citato) la capacità di estendere, di formare una rete tecnica diffusa su tutto il territorio lombardo, partendo dall’attività provinciale (riattivazione delle attività tecniche territoriali) con prospettive di sbocco a livello interregionale, con rapporti di confronto e collaborazione con gli enti di promozione sportiva, con le regioni limitrofe e con la direzione e il settore tecnico nazionale».

Foto di Davide Vaninetti