Prima della storica vittoria della 4x100 era arrivato un risultato eccezionale dalla 4x400 maschile. Gli azzurri della staffetta conquistano la finale correndo in 2:58.91 per demolire il record italiano. Un crono formidabile realizzato da Alessandro Sibilio (partenopeo delle Fiamme Gialle che ha l’Atletica Riccardi Milano 1946 come ultimo club civile), dal brianzolo Vladimir Aceti (Fiamme Gialle), dal lodigiano Edoardo Scotti (CS Carabinieri) e da Davide Re (Fiamme Gialle), con oltre due secondi di miglioramento su un primato storico (3:01.37) che resisteva dall’ormai lontano 1986, stabilito da Bongiorni, Zuliani, Petrella e Ribaud a Stoccarda il 31 agosto di quell’anno. E il quartetto italiano torna in finale alle Olimpiadi, come non accadeva da Barcellona 1992 (Aimar, Vaccari, Grossi e Nuti furono sesti in 3:02.18). Per gli azzurri c’è il quarto posto in batteria, il miglior risultato tra quelli di recupero e il quinto tempo complessivo. Ma si inseriscono anche ai piani alti nelle liste di sempre: quarti di ogni epoca a livello europeo, undicesimi al mondo. Appuntamento alle ore 14.50 di domani sabato 7 agosto.
LA CRONACA DELLA 4x400 - Si fa la storia a Tokyo. La storia di una gara di squadra, la staffetta 4x400 maschile, che vede gli azzurri scatenati in pista per abbattere non solo il record italiano, dopo quasi 35 anni, ma anche il muro dei tre minuti. Sensazionale il crono di 2:58.91, cifre impensabili finora per un quartetto azzurro, che adesso diventano realtà. Merito di quattro splendidi talenti: Alessandro Sibilio, meraviglioso finalista olimpico dei 400 ostacoli dopo l’oro continentale under 23, Vladimir Aceti e Edoardo Scotti, già campioni europei a livello giovanile, e il primatista italiano Davide Re, tornato qui sotto i 45 secondi nella gara individuale per sfiorare la finale. Stavolta l’avvio è affidato al partenopeo Sibilio, quarto al cambio. Il brianzolo Aceti viaggia in quinta posizione, poi è di nuovo quarto superando l’Olanda, alle spalle di Botswana, Usa e Trinidad-Tobago. Passa il testimone a Scotti, che rimane agganciato al gruppo e nel rettilineo il lodigiano si allarga per affiancare i caraibici. Tocca al ligure Re, bravo a difendere il quarto posto nella gara vinta dagli Stati Uniti (2:57.77) davanti al Botswana (2:58.33), terzo Trinidad e Tobago (2:58.60). La batteria degli azzurri è nettamente la più veloce: nell’altra fa meglio solo la Polonia (2:58.55) che precede Giamaica (2:59.29) e Belgio (2:59.37). Ripescata quindi anche l’Olanda (2:59.06), battuta dall’Italia come la Gran Bretagna che arriva sesta e viene eliminata in 3:03.29. Eccellenti i parziali di tutti gli azzurri: Sibilio 45.35 partendo dai blocchi, poi nelle altre frazioni lanciate Aceti (44.50), Scotti (44.51) e Re (44.55) intorno ai 44 secondi e mezzo.
“Oggi abbiamo corso forte, fortissimo - esulta Sibilio - e non ce lo aspettavamo fino a questo punto, anche se sapevamo di stare bene. Lo abbiamo distrutto il record, e domani in finale vogliamo fare ancora meglio”. “Sicuramente il primato era nell’aria - ricorda Aceti - se si considera che ci avevamo già provato un po’ di volte e ora ce l’abbiamo fatta. Si può sognare”. “È dal 2018 che dico che alle Olimpiadi avremmo frantumato questo limite - racconta Scotti - poi ero sicuramente arrabbiato per essere stato eliminato in batteria nella gara individuale. Siamo una squadra fantastica, nei prossimi anni ci sarà da divertirsi”. “Gara stupenda e domani c’è l’opportunità di fare meglio di oggi - le parole di Re - perché in finale con l’adrenalina si tirano fuori energie che non si pensa di avere. Tutte le squadre sono vicine, eccetto gli Stati Uniti, e anche noi possiamo dire la nostra”.
MARCIA
Due lombarde, entrambe milanesi, in gara nella 20 km femminile del trionfo di Antonella Palmisano: Valentina Trapletti (Bracco), all’esordio olimpico, coglie un bel 18esimo posto in 1h33:12, mentre Eleonora Anna Giorgi (Fiamme Azzurre), in una giornata difficilissima, sceglie stoicamente di concludere comunque la gara in 52esima posizione onorando fino in fondo la competizione a cinque cerchi e incitando durante i doppiaggi la compagna di colori involatasi verso il trionfo.
LA CRONACA - Calda, caldissima Sapporo, condizioni climatiche che influiscono non poco sull’avvio di gara, tutt’altro che esagerato: ritmi a dir poco tranquilli (media 4:40) nei primi tre chilometri, una prima accelerata a 4:31 al quarto km e poi il passaggio al quinto km a 23:04. Antonella Palmisano c’è: sempre davanti, concentrata, attenta, marcata dalle cinesi Liu (piccolo stop per sistemare la scarpa, subito ripartita), Yang e Qieyang, le tre favorite d’obbligo, in sostanza il podio dell’ultima rassegna iridata di Doha. Il bronzo mondiale della 50 km di Doha 2019 Eleonora Giorgi procede invece più defilata, rimedia un cartellino, perde terreno già dopo i primi cinque chilometri: al sesto, alza bandiera bianca per qualche minuto, in lacrime. Poi riparte. Con un ritardo già decisamente ampio su tutte. A testa alta Valentina Trapletti che prova a resistere in fondo al gruppo delle più forti, composto da una ventina di marciatrici. A metà gara Palmisano è al comando con 45:57, Trapletti 22esima (46:16).
Si prosegue su un passo non proibitivo, sempre dalle parti dei quattro minuti e mezzo. Un ritmo che comunque è nelle corde di una decina di atlete, o poco più. In attesa dei fuochi d’artificio. Della scintilla che accenda la competizione. Di qualcuna che faccia la prima mossa. La prima notizia è che si perde per strada la cinese Qieyang, terza al mondo dell’anno, donna da 1h24:45, sulla scorta dell’iniziativa della brasiliana Erica Sena (quindicesimo km a 4:25). Via anche l’australiana Jemima Montag. Ma l’attacco, quello vero, quello che fa male, lo sferra proprio l’azzurra Palmisano al sedicesimo chilometro, un’azione decisa, mille metri completati in 4:16, una strattonata che mette in crisi anche la campionessa olimpica Liu, la colombiana Arenas, la Sena. Restano in due, Antonella Palmisano e la primatista del mondo Yang. Ma la tarantina di Mottola continua a volare e divora il diciassettesimo chilometro a 4:06, mettendo alle corde anche la Yang. Volto rilassato. Marcia ancora composta. Elegante. Un’unica incertezza sulla boa, rischiando di cadere. Chi prova a riemergere è la Arenas, l’ultima a mollare. Con la Yang forma un duetto che prova ad andare a prendere l’azzurra, ma proprio la cinese viene fermata in penalty zone per tre cartellini rossi (stop di due minuti). Palmisano vola, vola, vola! Il diciottesimo km azzannato in 4:09 costringe le avversarie alla resa. È una marcia trionfale, Antonella col fiore tra i capelli, col sorriso sulle labbra, con l’oro nel cuore.
(fonte: Fidal.it)
FOTO Colombo/FIDAL: in alto Valentina Trapletti, qui sotto da sinistra Aceti, Sibilio, Scotti e Re.