Roma, Finale in Gloria: 4x100 Oro, 4x400 Seconda

Roma, Finale in Gloria: 4x100 Oro, 4x400 Seconda

Lo storico Europeo di Roma 2024 si chiude in gloria per l’Italia: nella sesta giornata ecco l’oro della 4x100 maschile, gli argenti di Larissa Iapichino e della 4x400 uomini, il bronzo di Pietro Arese e il record italiano della 4x400 donne, a portare il bottino a 11 ori, 9 argenti, 4 bronzi, 24 medaglie totali e 45 finalisti complessivi, record su tutti i fronti. L’atletica lombarda mette lo zampino in tre medaglie nel day 6. Il bresciano Marcell Jacobs e il brianzolo Filippo Tortu sono campioni d’Europa quali colonne in seconda e in quarta frazione nella 4x100, in un quartetto che vede d’oro anche il bresciano Roberto Rigali impiegato in batteria. La 4x400 maschile torna su un podio europeo 53 anni dopo con un argento “griffato” Lombardia: il milanese Luca Sito (Cus Pro Patria Milano) in prima frazione, il brianzolo Vladimir Aceti in seconda e il lodigiano Edoardo Scotti in quarta. Pietro Arese, piemontese di bronzo nei 1500m, si allena a Varese agli ordini di Silvano Danzi. Infine, la 4x400 donne quarta con il record italiano a 3:23.40 ha nel “motore” Giancarla Trevisan (Bracco) e due ragazze che difendono i colori della Brescia 1950 nei Societari come Anna Polinari e Alice Mangione.

LA CRONACA DEL DAY 6

4x100 uomini (finale) - L’Italia non vince: domina. Dopo l’oro olimpico (2021) e l’argento iridato (2023) il quartetto azzurro centra il primo titolo europeo della propria storia nella specialità dopo due argenti (l’ultimo a Barcellona 2010) e tre bronzi con un vantaggio siderale sulla concorrenza: 37.82 il crono azzurro, il migliore in Europa quest’anno e il quarto italiano di sempre, 38.46 il riscontro dell’Olanda seconda, per un distacco di 64 centesimi che è il più ampio di sempre nella storia degli Europei (bronzo alla Germania, 38.52). Anche stavolta, come da Tokyo a Budapest, cambia un elemento nel quartetto: entra Matteo Melluzzo (Fiamme Gialle) in prima frazione (aveva affrontato la seconda in batteria), poi tocca al campione europeo individuale Marcell Jacobs (Fiamme Oro), pilastro azzurro in seconda frazione, quindi alla curva pennellata da Lorenzo Patta (Fiamme Gialle) e alla chiusura di Filippo Tortu (Fiamme Gialle). Melluzzo imprime già a fuoco il marchio azzurro con un’apertura da antologia, il primo cambio arriva con Jacobs già ben lanciato a sfruttarne al massimo le potenzialità e a scavare un distacco che non verrà più recuperato grazie alle ottime frazioni e ai cambi ben gestiti firmati Patta e Tortu. L’Italia è in testa in ogni frazione: gli ‘split’ ufficiali, solo a titolo indicativo, dicono 10.45 per Melluzzo (in curva e dai blocchi), 8.98 per Jacobs, 9.34 per Patta e 9.05 per Tortu. Cifre che si mischiano alla gioia per un’apoteosi d’oro che vedrà premiati anche Lorenzo Simonelli e Roberto Rigali (impiegati in batteria), senza dimenticare due sprinter rimasti in “panchina” ma parte del gruppo come Fausto Desalu e Marco Ricci.

In zona mista c’è l’emozione di Matteo Melluzzo (“Non ho parole, sono troppo emozionato, sapevamo quello che potevamo fare”) e c’è la gioia di chi a un oro di prestigio è già approdato, da Marcell Jacobs (“Siamo entrati in pista molto carichi e pieno di energia, abbiamo dato il 100 per cento. Il movimento è cambiato, tutti scendono in pista non per partecipare ma per fare un grande risultato. L’Italia c’è, l’atletica c’è: a Parigi vi regaleremo tante gioie”) a Filippo Tortu (“Ho sentito tantissimo il pubblico, avevo paura di non sentire l’hop di Lorenzo, è andato tutto per il verso giusto, pensavamo di essere il gruppo giusto per realizzare questa impresa. Sono orgoglioso del lavoro fatto con il professor Filippo Di Mulo e con Giorgio Frinolli, dedico questo titolo a mio padre: volevo dedicargli l’oro dei 200, gli porterò quello della 4x100”) passando per Lorenzo Patta (“Era l’obiettivo che ci eravamo messi sin dall’inizio, contava solo la vittoria”).

4x400 uomini (finale) - La 4x400 maschile azzurra torna sul podio europeo tra i ‘grandi’ oltre mezzo secolo dopo l’ultima volta (bronzo a Helsinki 1971). Il quartetto composto da Luca Sito (Cus Pro Patria Milano), Vladimir Aceti (Fiamme Gialle), Riccardo Meli (Fiamme Gialle) e Edoardo Scotti (Carabinieri) è più forte anche della sfortuna e dei crampi in riscaldamento che mettono fuori gioco per stasera l’argento dei 400 ostacoli Alessandro Sibilio. In avvio il milanese Sito stavolta non fa segnare un “44” ma il suo è ancora un ‘lancio’ di gran qualità con 45.13, secondo solo al belga Jonathan Sacoor (45.00). Poi il brianzolo Aceti impone di forza la legge azzurra nel secondo giro prendendo il comando con 45.35 lanciato davanti al Belgio. È una frazione-chiave perché il siciliano Meli parte con grande fiducia e con un giro tenace da 45.87 di ‘split’ cede solo una posizione ai belgi e a Dylan Borlée. Tocca quindi al campione europeo individuale Alexander Doom (Belgio) e tocca a Edoardo Scotti, che nella prima curva va a stringere subito alla corda per prendere la seconda piazza e poi inscena un testa a testa palpitante con il tedesco Emil Agyekum. Il Belgio è oro in 2:59.84 (Doom fa 43.88 lanciato) e il lodigiano Scotti, con un gran 44.46 lanciato, precede in tuffo sul traguardo la Germania di un solo centesimo: 3:00.81, quarto crono italiano all time, contro il 3:00.82 dei tedeschi. Sul podio anche Brayan Lopez che ha corso in batteria. Gli azzurri eguagliano il miglior risultato di sempre nella specialità agli Europei, l’argento di Bruxelles 1950.

È grande la felicità per i quattro frazionisti azzurri d’argento. Sito: “Prendere un’altra medaglia (dopo l’argento della 4x400 mista, conquistato anche da Scotti, ndr) è un’emozione fortissima, pur senza Sibilio abbiamo tirato fuori una prestazione forse anche oltre le nostre possibilità. Io non potevo essere più contento di quest’Europeo”. Aceti: “Le gambe stanno benissimo, peccato non ci sia una gara anche domani. Ho gestito la frazione come avevamo ipotizzato alla vigilia. È un argento che vale oro, siamo una squadra super”. Un commosso Meli: “Ho saputo di correre dieci minuti prima di entrare in call room, avevo paura di rovinare la gara a questi ragazzi, Vladimir in testa mi ha dato tanta fiducia”. Scotti: “Sono contentissimo, ammetto di aver visto in Riccardo un po’ di preoccupazione, ho cercato di caricarlo di gioia, è sempre bello correre con questi compagni. Quando indosso la maglia azzurra e abbraccio questi colori non c’è alibi che tenga. È un Europeo fantastico, non potevamo essere da meno”.

1500 uomini (finale) - L’aveva detto alla vigilia: basta quarti posti. Pietro Arese è di parola: il piemontese delle Fiamme Gialle arriva a un bronzo da batticuore “a sandwich” tra due belgi e alle spalle del solito Jakob Ingebrigtsen, che stavolta decide di non correre rischi prendendo in fretta il comando delle operazioni. In avvio al comando va il portoghese Ignacio Fontes, ma dopo 600 metri è l’olimpionico norvegese a prendere la testa: non la mollerà più, transitando in 1:55.90 agli 800 e 2:14.63 ai 1000, passaggi non banali. Dietro è bagarre, con Federico Riva (Fiamme Gialle) e il britannico Neil Gourley che si fanno vedere: negli ultimi 300 metri il romano però perde posizioni e con Gourley emergono il francese Azeddine Habz, lo spagnolo Adel Mechaal e Arese. Ingebrigtsen trionfa in 3:31.95, alle sue spalle a 70 metri dall’arrivo esce Arese che deve però vedersela con la rimonta dei belgi: Jochem Vermeulen passa per l’argento in 3:33.30 (personale), ma Arese si tiene alle spalle Ruben Verheyden (3:33.34 contro 3:33.40, tempi di ottimo livello per una gara con medaglie in palio). Ossama Meslek (Esercito) è 14esimo in 3:36.35, Federico Riva scivola una posizione più indietro, 15esimo (3:37.37). Prima di Pietro sul podio europeo della specialità erano andati solo ‘miti’ del mezzofondo azzurro: Luigi Beccali (oro a Torino 90 anni fa, bronzo nel 1938), il solo omonimo Franco Arese (campione a Helsinki 1971) e Gennaro Di Napoli (argento a Spalato 1990).

Arese torna proprio sui podi sfiorati nelle sue parole del post-gara (era stato quarto a Monaco 2022): “Dopo tanti sacrifici, dopo tanti ‘quasi’, ecco l’anno delle certezze. Ho messo anima, cuore e gambe: sapevo fosse alla portata, un pizzico di rammarico c’è per l’argento molto vicino. Ho messo un mattoncino alla volta, ho messo tanta determinazione in allenamento e fuori dall’allenamento. La dedica va ai miei genitori che non si perdono una gara e sono anche qui: sono stati fondamentali. Devo tantissimo al mio tecnico Silvano Danzi. Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ho raccontato un aneddoto: i compagni di Nazionale mi chiamano ‘il presidente’, lui ha sorriso”.

4x400 donne (finale) - Un quarto posto di peso specifico notevolissimo per le azzurre perché accompagnato dal nuovo record italiano timbrato da Ilaria Accame (Libertas Unicusano Livorno), Giancarla Trevisan (Bracco), Anna Polinari (Carabinieri) e Alice Mangione (Esercito) e abbassato a 3:23.40, quarantasei centesimi meglio del quartetto Mangione-Folorunso-Bonora-Trevisan nella batteria dei Mondiali di Budapest. La ligure Accame in prima frazione replica l’ottima prova del round eliminatorio con una frazione da ferma da 51.94 e cambia per quinta (in testa l’Olanda di Lieke Klaver) e aziona una Trevisan in versione extra lusso che fa 50.49 lanciato ed è vicina alla testa della corsa con Rhasidat Adeleke, argento individuale e leader dell’Irlanda. In terza frazione Lisanne De Witte riporta l’Olanda al comando davanti a Irlanda e Belgio, con l’Italia che cambia per quarta con un terzo giro da 51.23 della veronese Polinari. Nell’ultimo giro le arancioni hanno Femke Bol. Gara chiusa? Mica tanto, perché Bol compie una frazione molto conservativa e si limita a spingere sull’ultimo rettilineo, finendo per ricompattare il gruppo alle sue spalle con sei squadre a giocarsi le tre medaglie. L’Olanda porta comunque a casa l’oro in 3:22.39, l’Irlanda è argento con il record nazionale in 3:22.71, il Belgio chiude in terza posizione in 3:22.95 e uno straordinario 49.74 lanciato della siciliana Mangione porta l’Italia al quarto posto davanti alla Francia e alla Polonia della campionessa europea individuale Natalia Kaczmarek. Meglio, agli Europei nella 4x400 femminile, l’Italia aveva fatto solo a Barcellona 2010 e Amsterdam 2016 con il bronzo.

La felicità dopo il traguardo non viene divisa, bensì moltiplicata per quattro. Accame: “Siamo molto felici di questo risultato, abbiamo lavorato tanto per correre questo crono”. Trevisan: “Bellissimo fare il record in questo stadio”. Polinari: “È la ciliegina su questo Europeo: c’era il mio nome nel primato italiano assoluto indoor, ora compare anche in quello all’aperto e sono davvero contenta”. Mangione: “Ho dato il mio contributo alla squadra, ma il record si può ancora migliorare”.

10.000 uomini (serie) - Si gareggia a serie e gli azzurri sono tutti nella serie B, che è anche la prima a partire. È una gara che va avanti a brevi strappi, con un gruppo di testa che comprende a lungo tutti e tre gli azzurri, l’argento europeo under 23 Francesco Guerra (Carabinieri), il bergamasco Ahmed Ouhda (Cs Esercito) e Luca Ursano (Atl. Vomano): passaggio ai 5000 da 14:15.49. Davanti resta a lungo Eduardo Menacho, spagnolo campione d’Europa U23 tre anni fa, ma a beffarlo nel finale è il connazionale Jesus Ramos, primo in 28:24.93 davanti a Menacho, autore del crono di 28:25.62. Guerra fa 28:31.15, Ouhda 28:33.50 e Ursano 28:47.63, i primi due nei paraggi del personale. Nel dopogara Guerra spiega: “Era la prima esperienza tra i grandi, partivo con la volontà di fare il massimo”. “Esperienza unica - racconta Ouhda - ho cercato di migliorare il mio primato, ci sono andato vicino”. Ursano ringrazia gli azzurri: “Grazie alla Nazionale che ha creduto in me, si impara tantissimo in queste manifestazioni”. La serie A è decisamente più tattica: si passa in 14:30.41 a metà gara. Lo svedese Andreas Almgren lancia la progressione lunga all’inizio dell’ultimo giro, ma il finale premia Dominic Lobalu, da poco svizzero dopo essere arrivato nella confederazione elvetica da rifugiato nel 2019 (è originario del Sud Sudan): 28:00.32 il tempo per l’oro, 28:00.48 il crono di Yann Schrub (Francia) argento, il bronzo va in Spagna con Thierry Ndikumwenayo (28:00.96) a beffare Almgren (28:01.16). I piazzamenti finali azzurri: Guerra è 23esimo, Ouhda 24esimo, Ursano 30esimo.

Cesare Rizzi

 

IL RIEPILOGO DEGLI EUROPEI di Luca Cassai/Fidal.it

Campionati Europei Roma 2024 - Medaglie e piazzamenti
Oro (11): Marcell Jacobs (100); Lorenzo Simonelli (110 ostacoli); Gianmarco Tamberi (alto); Leonardo Fabbri (peso); Matteo Melluzzo, Marcell Jacobs, Lorenzo Patta, Filippo Tortu (4x100, in batteria anche Roberto Rigali e Lorenzo Simonelli); Yeman Crippa (mezza maratona); Yeman Crippa, Pietro Riva, Pasquale Selvarolo, Eyob Faniel, Yohanes Chiappinelli, Daniele Meucci (squadra mezza maratona); Nadia Battocletti (5000); Nadia Battocletti (10.000); Sara Fantini (martello); Antonella Palmisano (20 km marcia)
Argento (9): Chituru Ali (100); Filippo Tortu (200); Alessandro Sibilio (400 ostacoli); Mattia Furlani (lungo); Pietro Riva (mezza maratona); Luca Sito, Vladimir Aceti, Riccardo Meli, Edoardo Scotti (4x400 uomini, in batteria anche Brayan Lopez); Larissa Iapichino (lungo); Valentina Trapletti (20 km marcia); Luca Sito, Anna Polinari, Edoardo Scotti, Alice Mangione (4x400 mista)
Bronzo (4): Catalin Tecuceanu (800); Pietro Arese (1500); Francesco Fortunato (20 km marcia); Zaynab Dosso (100)
Quarto posto (2): Federica Del Buono (10.000); Ilaria Accame, Giancarla Trevisan, Anna Polinari, Alice Mangione (4x400 donne)
Quinto posto (4): Fausto Desalu (200); Luca Sito (400); Ayomide Folorunso (400 ostacoli); Elisa Palmero, Sofiia Yaremchuk, Sara Nestola, Federica Sugamiele (squadra mezza maratona)
Sesto posto (8): Manuel Lando (alto); Stefano Sottile (alto); Dario Dester (decathlon); Pasquale Selvarolo (mezza maratona); Riccardo Orsoni (20 km marcia); Elisa Palmero (10.000); Elisa Molinarolo (asta); Sveva Gerevini (eptathlon)
Settimo posto (3): Emmanuel Ihemeje (triplo); Federica Del Buono (5000); Roberta Bruni (asta)
Ottavo posto (4): Osama Zoghlami (3000 siepi); Andrea Dallavalle (triplo); Eyob Faniel (mezza maratona); Dariya Derkach (triplo)

Record italiani (11)
Luca Sito (400) 44.75
Lorenzo Simonelli (110hs) 13.20
Lorenzo Simonelli (110hs) 13.05
Alessandro Sibilio (400hs) 47.50
Dario Dester (decathlon) 8235
Zaynab Dosso (100) 11.01
Nadia Battocletti (5000) 14:35.29
Nadia Battocletti (10.000) 30:51.32
Sveva Gerevini (eptathlon) 6379
Ilaria Accame, Giancarla Trevisan, Anna Polinari, Alice Mangione (4x400 donne) 3:23.40
Luca Sito, Anna Polinari, Edoardo Scotti, Alice Mangione (4x400 mista) 3:10.69

Altri primati personali
Chituru Ali (100) 10.05
Mattia Furlani (lungo) 8,38 (record mondiale under 20)
Dario Dester (100) 10.76 (eguagliato)
Dario Dester (giavellotto) 63,66
Dario Dester (1500) 4:23.36
Alice Mangione (400) 51.34
Federica Del Buono (5000) 15:00.05
Micol Majori (5000) 15:20.89
Federica Del Buono (10.000) 31:25.41
Elisa Palmero (10.000) 31:38.45
Elisa Palmero (mezza maratona) 1h11:22
Alice Muraro (400hs) 54.73
Linda Olivieri (400hs) 54.99
Sveva Gerevini (100hs) 13.35
Sveva Gerevini (alto) 1,80
Valentina Trapletti (20 km marcia) 1h28:37