Europei: Sito da Record (44.75), Vola Tortu
Luca Sito entra in modo fragoroso nell’albo dei primatisti italiani Assoluti nelle semifinali dei 400 metri agli Europei di Roma 2024. Al terzo 400 in meno di 48 ore il milanese, classe 2003 allenato da Alessandro Simonelli, diventa il secondo italiano a scendere sotto i 45 secondi e con 44.75 toglie 2/100 al record realizzato due volte (a La Chaux-de-Fonds) da Davide Re nel 2019, siglando anche il quarto crono europeo 2024 e la Miglior Prestazione Italiana Promesse. Sito (foto Grana/FIDAL), tesserato per il Cus Pro Patria Milano dopo essere nato agonisticamente con l’Atletica Meneghina ed essere transitato anche dal gruppo di allenamento di Antonio Cecconi, aveva già impressionato nei primi due giorni di Europei, correndo proprio in 44.75 venerdì sera in frazione di staffetta mista dai blocchi e stampando sabato 45.12 nella batteria individuale mettendo in folle nei 30 metri finali: con la sua corsa molto facile prende il norvegese Havard Ingvaldsen come punto di riferimento per la prima fase di gara, transita in 21.53 ai 200 e poi vola via leggero sul rettilineo finale, scomponendosi solo negli ultimi 10-12 metri prima di esplodere di gioia leggendo il tempo. Per lui c’è la vittoria della prima semifinale davanti al belga Jonathan Sacoor (44.99). Arrivato all’atletica solo nell’autunno 2019, a 16 anni e mezzo, dal calcio (giocava come attaccante), Sito in questa stagione si è migliorato in un colpo solo di oltre un secondo e mezzo (nel 2023 corse in 46.31): “È un record italiano che significa tantissimo, ho battuto un idolo come Davide Re, è una sensazione ineguagliabile, devo ancora realizzarlo appieno. La magia di questo stadio dà una carica pazzesca: questo primato corso qui vale doppio. In finale darò tutto me stesso: mi sto divertendo, non ho nulla da perdere”.
Nella seconda semifinale mette le carte in tavola il britannico Charles Dobson, 44.65 dopo il sorprendente 44.46 del personale a Savona. La terza semifinale va al campione del mondo indoor Alexander Doom, belga, che sigla 44.87: Edoardo Scotti appare meno brillante delle due precedenti apparizioni all’Olimpico ed è quinto (19esimo tempo complessivo) con 45.92 (ultimo crono di ripescaggio a 45.28). “Ero molto carico – il commento del lodigiano del Cs Carabinieri - , il pubblico mi ha caricato tanto: mentalmente mi sentivo libero ma ho percepito tutta la stanchezza dei giorni precedenti”.
200m uomini (semifinali) – Si va per la finale di domani lunedì 10 giugno (ore 22.50). Nella seconda semifinale (+1.2) rinasce agonisticamente Fausto Desalu (Fiamme Gialle): la sua curva è molto ben disegnata, il finale è un po’ impettito ma ne esce un significativo 20.39, crono più veloce dal 3 agosto 2021 (20.29) siglato nei giorni magici di Tokyo. Il secondo posto dietro il 20.34 di Pablo Mateo (Francia) lo porta direttamente in quella finale in cui fu grande protagonista a Berlino 2018: “Sto imparando a fare la gara su me stesso, è andata bene fino ai 180 metri, poi ho sentito un po’ l’ansia e mi sono irrigidito. Domani sicuramente andrà meglio” le parole del casalasco Desalu.
Nella terza è il turno di Filippo Tortu: il brianzolo appare trasformato rispetto all’opaca prova nello Sprint Festival ai Marmi e corre una gara di ottima qualità in ogni fase. Lo sprinter delle Fiamme Gialle vince la “semi” in 20.14 (+0.9), primato stagionale demolito tempo a 4/100 dal personale assoluto per rifilare tre decimi all’iridato Under 20 Blessing Afrifah (20.46) e stampare il miglior tempo di tutto il secondo round con due decimi su Mateo. Il Tortu-pensiero, a caldo, è molto pragmatico: “Era importante fare una buona gara senza sprecare troppo; mi è sembrato di fare una buona curva con l’assetto di corsa con le spalle avanti, sul rettilineo ho gestito l’azione. Non sono soddisfatto, ho fatto quello che dovevo fare. In carriera bisogna saper affrontare sia i buoni risultati sia quando le gare vanno male”. Sarà una finale peraltro a nove atleti: il ceco Tomas Nemejc e lo svedese Erik Erlandsson chiudono con lo stesso tempo al millesimo.
400m donne semifinali – Format ormai classico (tre semifinali con due “Q” ciascuna più due tempi di ripescaggio) ma condizioni di vento anomale per questi giorni romani, con raffiche decisamente più sostenute. Non facilissimo interpretare il giro di pista: Giancarla Trevisan (Bracco), dalla scomoda corsia due della prima “semi”, parte controllata (25.12 ai 200), chiude con piedi ancora brillanti, ma il 52.59 finale (quinto posto nella singola eliminatoria) resta lontano dalle prime due posizioni, il 50.54 dell’irlandese Rhasidat Adeleke e il 50.73 della britannica Laviai Nielsen; la polacca Natalia Kaczmarek domina la seconda semifinale in 50.70: anche Anna Polinari (Cs Carabinieri/Atl. Brescia 1950) transita in modo prudente (25.44) e chiude sesta (52.53) pagando forse il terzo turno di gara in tre giorni.
Nettamente meglio di tutte le azzurre Alice Mangione (Cs Esercito/Atl. Brescia 1950), in corsia nove con alle spalle, sui blocchi, Lieke Klaver (Olanda) e Sharlene Mawdsley (Irlanda): le due favorite dominano la scena siglando rispettivamente 50.57 e 50.99 ma Mangione è protagonista di 80 metri finali che la portano dall’ottava alla terza posizione e al personale a 51.34, 13/100 di progresso per confermare il terzo posto nelle graduatorie italiane all time dietro Libania Grenot, Daniela Reina e Virna De Angeli. Il tempo non basta per la finale: l’ultimo crono di ripescaggio è il 51.14 dell’austriaca Susanne Gogl-Walli. Mangione è nona, Polinari 18esima e Trevisan 21esima nel complessivo. “La finale era alla portata: mi dispiace, ma devo crescere ancora: sono passata piano ai 200, in 25.23, ora resettiamo per la 4x400 ai 200, in 25.23, ora resettiamo per la 4x400” l’analisi a caldo della siciliana. Trevisan invece spiega: “Volevo fare un po’ meglio, ma per me è la prima semifinale europea e posso essere comunque contenta”. Così, infine, il commento di Polinari: “Mi è mancata brillantezza: in riscaldamento non mi sentivo nemmeno così male ma ai 200 ho iniziato a sentire le gambe pesanti. Ora ricarico le pile per la 4x400 femminile”.
1500m donne (finale) – Serata davvero sfortunata per Ludovica Cavalli: la genovese del Cs Aeronautica e della si stacca dopo 800 metri in una gara che certo non sta vivendo su ritmi supersonici (passaggio ai 1000 in 2:48.80) e chiude in coda molto staccata in 13esima posizione (4:35.60) accasciandosi a terra alle prese con problemi di respirazione. L’allarme, con sospiro di sollievo di tutti, rientra dopo pochi minuti. Nel frattempo, è una finale dominata dalle ragazze delle isole britanniche: le portacolori del Regno Unito Jemma Reekie e Georgia Bell fanno a lungo il ritmo ma nel finale è l’irlandese Ciara Mageean a mettersi tutte alle spalle con 4:04.66. Bell è argento (4:05.33), la francese Agathe Guillemot bronzo (4:05.69) mentre Reekie termina quinta (4:06.17) dietro anche alla spagnola Esther Guerrero (4:06.03).
Triplo uomini (qualificazione) - Tutti e tre gli italiani in finale nel triplo. Il bergamasco Emmanuel Ihemeje conferma la consueta solidità quando si tratti di gare in azzurro: la misura di qualificazione è 16,65, il portacolori dell’Aeronautica atterra a 16,98 (+0.4) al primo salto, prestazione che resterà la terza complessiva del turno dietro al 17,52 (-0.2) dello spagnolo Jordan Diaz e al 17,48 (+0.1) dell’olimpionico portoghese Pedro Pichardo, entrambi cubani di origine. Il piacentino Andrea Dallavalle (Fiamme Gialle), argento in carica, stacca il pass atterrando prima a 16,57 (-1.0) e poi a 16,59 (+0.3), undicesimo. Con la misura di 16,43 (-0.8) invece Tobia Bocchi (Carabinieri) sarebbe escluso, al quattordicesimo posto, poi viene accolta la protesta della squadra italiana perché al terzo tentativo l’azzurro ha aspettato circa 20 minuti in pedana per un problema al misuratore ma è stato riconosciuto che l’attesa abbia condizionato il suo ultimo salto e quindi è stato ammesso in finale. Ihemeje: “Pratica archiviata in fretta: ero concentrato nell’esecuzione del salto, curando tutti i dettagli e rispettando i tempi. Avrei potuto fare di meglio, ma quel qualcosa in più andrà messo in atto in finale”.
400 ostacoli uomini (batterie) - Con Alessandro Sibilio, secondo in Europa quest’anno, ammesso direttamente al secondo round di lunedì 10 giugno (ore 12.40) tocca a Giacomo Bertoncelli (Atl. Insieme Verona) e Mario Lambrughi (Atl. Riccardi Milano 1946) cercare gloria nel primo turno eliminatorio. Bertoncelli firma una prova solida e vicina al personale nella prima batteria, chiusa in 49.41 in terza posizione: “Mi sono sentito bene, ho cercato di correre i miei tempi senza strappare troppo. Mi sono dovuto un po’ adattare al caldo, al Nord il clima non è stato molto clemente”. Lambrughi si prende la soddisfazione di vincere la terza e ultima batteria con un ottimo 250 iniziale e gli ultimi 40 metri corsi con il piglio di chi vuol mettere il petto davanti a tutti. Per il brianzolo (“Era importante correre forte a prescindere, vincere è stato speciale e davvero bello con tutti i miei parenti e i miei amici a fare il tifo per me. Sono i miei terzi Europei ma qui sono andato sui blocchi con la testa fresca, nuova, resettando quello che dice il fisico e facendo solo quello che dice il cuore. Per domani il sogno è entrare in finale, ma sarebbe importante per il ranking pure entrare nei primi 12”) un buon 49.74 che lo colloca in ottava posizione nel riepilogo complessivo, con Bertoncelli quarto e il miglior crono di Thomas Barr, campione d’Europa con la 4x400 mista irlandese, a 49.31 (avanzano in 12).
400 ostacoli donne (batterie) - Se Ayomide Folorunso e Alice Muraro sono già alle semifinali di lunedì alle 13.15, invece Linda Olivieri il posto se lo deve conquistare. La novarese delle Fiamme Oro, di stanza a Milano, ci riesce con un 55.95 ottenuto con un bel primo 300 e una chiusura un po’ difficoltosa che non le impedisce però di chiudere quinta nella terza batteria e di staccare il nono tempo complessivo (passano in 13). La migliore del round 1 è la ceca Nikoleta Jichova al personale di 54.88.
Cesare Rizzi