Addio al Tecnico Ticinese Andrea Salvadè

Addio al Tecnico Ticinese Andrea Salvadè

Una notizia che ha lasciato sgomenta tutta l’atletica lombarda: nei giorni scorsi è prematuramente mancato Andrea Salvadè, storico “motore” tecnico e dirigenziale del club ticinese Vigor Ligornetto, società organizzatrice di numerose manifestazioni molto frequentate dagli atleti e dalle atlete della Lombardia, grazie anche a un proficuo rapporto con il Comitato Regionale FIDAL Lombardia. Andrea Salvadè

Salvadè era un amico dell’atletica lombarda: «Andrea lascia un vuoto immenso - il presidente FIDAL Lombardia Gianni Mauri esprime il proprio dolore -: era un uomo appassionato, intelligente, sempre attivo e al servizio degli altri e della nostra Atletica. Genitore (di due splendide figlie, entrambe atlete), tecnico, dirigente di società, ricercatore e organizzatore; il tutto con una disponibilità, una gentilezza che esprimevano un animo buono e generoso. Grazie Andrea per tutto quanto hai fatto con tutti noi e per noi!». Il Comitato Regionale FIDAL Lombardia si stringe con affetto alla famiglia di Andrea Salvadè in questo momento di grande dolore.

Tra i tecnici lombardi che hanno lavorato a lungo con Andrea Salvadè c’è Silvano Danzi. Ecco un accorato ricordo di Salvadè da parte del tecnico varesino del mezzofondo: «Scrivere di un caro amico che non c’è più è molto difficile: quanti ricordi, quanti pensieri e quanti sentimenti si mescolano. Vorrei non perdere nulla di tutto questo perché è come se avessi perso un fratello. Andrea abitava in Svizzera, io in Italia: in mezzo il confine e pochi chilometri, cinque. Per me lui era “l’ingegnere”, per lui io “il prof”. È stata un’amicizia fatta di gesti semplici, comuni ma ricchi e pieni. Sempre l’atletica al centro dei nostri discorsi, gli allenamenti dei nostri atleti e i progetti futuri. Come i caffè al “Sonne” a St. Moritz prima di iniziare l’allenamento o l’appuntamento del giovedì a mangiare la pizza. Lui mi aveva regalato il primo computer Mac. Un’amicizia di quasi 30 anni che non ha mai perso di intensità. Non ho mai incontrato un allenatore come Andrea capace di analizzare i dati dell’allenamento e di studiarne i piani di lavoro. Con Irene Pusterla ha fatto un capolavoro allenandola da giovane fino ai vertici mondiali. Il mio amico Beppe (Balsamo, ndr) che capisce di salti, da sempre dice che le agende di allenamento e i dati raccolti da Andrea potrebbero essere materiale di uno studio. Lui stava continuamente sul pezzo, lavorando su ogni particolare. In questo dava il meglio e il massimo di sé, non si è mai risparmiato né per Irene, né per tutti gli atleti e le atlete che aveva vicino. Nel lavoro, come nel sociale è stato un punto di riferimento. Lui era il direttore del reparto tecnologie innovative della SUPSI che ha la particolarità di sviluppare con gli alunni tecnologie di altissimo livello. Ha fatto progetti di livello mondiale. Ultimamente stava lavorando su alcuni chip capaci di monitorare gli interventi muscolari nei vari movimenti: le implicazioni sono tantissime sia nello sport sia nella medicina. Era l’anima della Vigor Ligornetto, una società con grande impostazione sociale visto che è nata dall’Oratorio. Solo guardando la qualità del vestiario dei suoi atleti uno capisce quanto per lui erano importanti.

Molti lo hanno conosciuto in Italia, nei convegni e sui campi di gara. Allo stesso modo era il punto di riferimento degli italiani che vanno a correre in Svizzera.  In tempi di COVID si era reso disponibile per agevolare gli italiani che volevano correre in Svizzera. Un esempio per tutti: Francesca Tommasi e la MPI promesse nei 5000. Le ha trovato la gara, contattato gli organizzatori, portata con il pulmino della Vigor. Bastava chiedergli un favore e lui c’era...ma chi sarebbe riuscito ad organizzare un meeting in una pista con solo due corsie? Solo Andrea! Gentile e attento e allo stesso modo schietto fin quasi ad essere scomodo, ma con una testa pensante e una capacità di giocarsi sempre in prima persona (per gli altri!). Mi rimarrà tanto dell’amicizia con Andrea. Sicuramente tanto magone e nostalgia, ma lo penso ora tranquillo e sereno. Grazie Andrea!».