Una splendida medaglia made in Bergamo segna il pomeriggio lombardo a Tallinn (Estonia). Agli Europei Under 23 il 1500 metri donne è tutto azzurro: se l’oro va a Gaia Sabbatini è Marta Zenoni (Atl. Bergamo 1959 Oriocenter) a conquistare l’argento e a tornare su un podio su cui era già salita a Gavle 2019 con il bronzo. L’allieva di Saro Naso guadagna una posizione, grazie ad una strepitosa rimonta nel rettilineo finale con cui con 4:14.50 (4:13.98 il tempo di Sabbatini) supera anche la britannica Erin Wallace (bronzo in 4:14.85). Dodicesima Ludovica Cavalli (CS Aeronautica/Bracco, 4:24.90). “Dopo il bronzo di due anni fa - le parole di Marta Zenoni , già di bronzo (ma sugli 800) ai Mondiali Under 18 2015 - avevo detto che avrei voluto l’inno. Stavolta c’è, sono contenta lo stesso per un successo italiano. Per me è comunque una grande vittoria, perché ho superato un periodo difficile preparando questi Europei soltanto in tre mesi e non avrei mai pensato di essere qui”.
Poco dopo la mezzanotte Marta ha scritto un lungo e significativo post sul proprio profilo Instagram, con bellissime parole a testimoniare il valore di questo argento: “Non sono un'atleta fortunata, ci metto del mio lo ammetto. Non sono un asso nel risolvere i problemi, me li creo piuttosto. Non ho mai avuto continuità, non sono mai riuscita a fare una stagione completa per vari problemi, ho perso anni interi di esperienza e di allenamento. Ho perso tantissime occasioni. Non so gestire il pregara, non sono consapevole del mio potenziale, tendo ad abbattermi di fronte alle difficoltà. Penso troppo, quando mi succede mi isolo. Quando il 22 marzo sono tornata al campo dopo mesi di stop nessuno ci credeva, forse nemmeno io. La presenza agli Europei l'ho messa in discussione fino all'ultimo minuto, non sentivo buone sensazioni, non mi trovavo. Probabilmente ho bruciato tre quarti delle energie nervose prima della gara. È stata dura rientrare per la terza volta alle competizioni, soprattutto di testa, perché ho perso fiducia in me stessa. Lo stesso motivo per cui ultimamente mi succede sempre di essere chiusa nel gruppo e fare la gara sulla difensiva. Io amo l'attacco, sono sempre stata istintiva. Sono fiduciosa che presto mi ritroverò. Questa medaglia la dedico a chi perde, a chi si perde come a volte faccio io. C'è sempre una strada; certo, è in salita, ma vale la pena percorrerla e cambiare insieme al paesaggio che ci circonda. Forse non arriveremo mai, ma magari ci troveremo percorrendola”.
DECATHLON - Riparte con il piede giusto il decathlon dei due azzurri, entrambi al record personale nei 110 ostacoli: Dario Dester si migliora di tredici centesimi con 14.33 (+1.3), Lorenzo Modugno di oltre due decimi correndo in 15.89 (+0.1). Sempre più interessante la classifica, perché Dester guadagna un’altra posizione e diventa quarto con uno score parziale di 5049, a 26 punti dal terzo posto. Al comando il tedesco Bechmann (5236) davanti all’olandese Roosen (5152) e allo svizzero Gaio (5075), invece è 17esimo Modugno (4373). Si passa alla pedana del disco: 38,97 per Dester, a un paio di metri dal personale, e 37,43 di Modugno che non riesce ad esprimersi al meglio (cinque metri in meno rispetto a quanto già fatto in questa stagione). È sempre in corsa per il podio Dester, quarto a 5693, venti punti in meno del tedesco Laserich (5713). Più avanti Bechmann (5952) e Roosen (5857), con Modugno 18esimo (4986). Nell’asta dà ancora prova di solidità Dester con 4,90 al primo tentativo, poi sbaglia ai cinque metri del proprio limite, invece Modugno salta 4,70 e impressiona il francese Baptiste Thiery a 5,60, migliore prestazione di sempre nel decathlon per un under 23 in Europa. Per la prima volta dall’inizio del decathlon entra in zona podio l’azzurro Dester, terzo con 6573 punti e in piena corsa anche per il record personale. Se il tedesco Bechmann è ormai in fuga (6801), dietro è bagarre con Thiery secondo (6591) ma anche Roosen quarto (6559) e il norvegese Rooth (6532). Nel giavellotto Dester è superato da Rooth ma avvicina comunque il PB con 53.14: Dario finisce alla grande demolendo il personale sui 1500 con 4:32.53, con un progresso di 6”. Non è una medaglia ma è una prestazione che vale tantissimo lo score di 7936 totalizzato dall’allievo di Pietro Frittoli: chiude al quarto posto - a soli 31 punti dal bronzo - e dopo vent’anni batte la migliore prestazione italiana under 23 di William Frullani (7871 ad Amsterdam nel 2001).
STAFFETTE E ALTRE FINALI – Al mattino arriva un piccolo grande capolavoro nella 4x100 donne. Sembra girare tutto male per la 4x100 femminile, quando Vittoria Fontana è costretta a rinunciare a pochi minuti dall’inizio della gara. C’è ancora il tempo per un cambio e così entra in pista Giorgia Bellinazzi, impegnata in seconda frazione. Partenza affidata ad Aurora Berton, da una prima corsia tutt’altro che agevole, poi la vigevanese Chiara Melon (Atl. Brescia 1950 Metallurgica San Marco) nell’ultima curva e Zaynab Dosso a chiudere: secondo posto in batteria con 43.65, a tre centesimi dalla Gran Bretagna, e la gioia della migliore prestazione italiana under 23 superata dopo otto anni. Azzurre avanti con il quarto tempo complessivo: nella finale lo stesso quartetto chiude addirittura terzo prima che una infrazione di corsia cancelli purtroppo il risultato. Nella 4x400 uomini è fondamentale l’apporto del lodigiano Edoardo Scotti (CA Carabinieri), in quarta frazione in batteria (dove corre pure Leonardo Puca/CUS Pro Patria Milano) e poi in seconda frazione in finale con l’ultimo giro affidato ad Alessandro Sibilio (Fiamme Gialle/Atl. Riccardi Milano 1946): il terzo frazionista Riccardo Meli è ostacolato da una scorrettezza dell’Olanda, l’Italia chiude comunque terza ma diventa argento (3:06.07) grazie alla squalifica proprio degli olandesi. Le esponenti dell’atletica bresciana Alessandra Bonora (Atl. Rodengo Saiano Mico) e Anna Polinari (Atl. Brescia 1950 Metallurgica San Marco) sono protagoniste sia nella batteria (Bonora in prima, Polinari in seconda frazione) sia nella finale della 4x400, che il quartetto composto anche da Eloisa Coiro e Samantha Zago chiude sesto in 3:33.52.
Sulla pedana del lungo, undicesima Veronica Crida (Atl. Brescia 1950 Metallurgica San Marco) con 5,98 ventoso (+2.3) dopo due nulli.
Luca Cassai/Cesare Rizzi
FOTO Makinen/FIDAL: in home l'abbarccio tra Sabbatini e Zenoni; qui sotto nl'arrivo di Dester sui 1500 e i quartetti azzurri finalisti nelle 4x400.
FOTO tratta da Instagram in alto: Marta Zenoni con la mascotte di Tallinn 2021.