Europei: Due Ori, Due Argenti e Tanta Lombardia

Europei: Due Ori, Due Argenti e Tanta Lombardia
Una prima serata da incorniciare: gli Europei di Roma si aprono letteralmente col botto per i colori azzurri, grazie agli ori di Antonella Palmisano (20km di marcia) e Nadia Battocletti (5000m), ma anche agli splendidi argenti della 4x400 mista (Luca Sito, Anna Polinari, Edoardo Scotti, Alice Mangione) e della milanese Valentina Trapletti nella marcia, proprio alle spalle della campionessa olimpica. Una staffetta, quella del miglio, chiaramente a trazione lombarda, vista la presenza di Sito e Scotti, ma anche della veneta Polinari e della siciliana Mangione che gareggiano ai CdS con i colori biancoazzurri delle leonesse dell'Atl. Brescia 1950); Lombardia protagonista anche con Trapletti, capace di migliorarsi nettamente proprio nell'appuntamento più importante, per una medaglia che vale una carriera. Una prima giornata azzurra impreziosita anche dall'ottimo score di un'altra lombarda come Sveva Gerevini nell'eptathlon: la cremonese conserva al termine della quarta prova un vantaggio di 101 punti sul primato italiano e di 228 lunghezze sul proprio PB. Ottimo progresso anche per la milanese Micol Majori, che nella gara che ha incoronato regina di Roma la trentina Battocletti è stata capace di scendere ulteriormente e limare diversi secondi al proprio primato. Nonostante un leggero problema fisico accusato in gara, Roberto Rigali stacca il pass per la semifinale sui 100m (10.34). Di seguito il resoconto delle tre finali a tinte azzurre.

20km marcia - Il primo titolo della rassegna è di Antonella Palmisano, padrona nella 20 chilometri di marcia al termine di una gara dominata e vinta con il crono di 1h28:08 sul percorso nel parco del Foro Italico, intorno allo stadio dei Marmi con l’arrivo sulla pista dello stadio Olimpico. Alle sue spalle è fantastico l’argento di Valentina Trapletti, la più esperta della squadra azzurra, seconda in 1h28:37 con il record personale migliorato di oltre un minuto. La campionessa olimpica Palmisano, 32enne pugliese delle Fiamme Gialle, con autorevolezza sferra l’allungo decisivo al dodicesimo chilometro e aggiunge un altro oro alla sua meravigliosa collezione che comprende anche due bronzi mondiali (2017 e 2023) e un bronzo europeo (2018), oltre all’oro a cinque cerchi del 2021. A incoronare la regina della marcia, subito dopo il traguardo, è il marito e coach Lorenzo Dessi. La milanese Trapletti, portacolori dell’Esercito e allenata da Alessandro Gandellini, con una prova commovente a 38 anni esulta in una stagione che l’ha già vista conquistare il successo in staffetta ai Mondiali a squadre. Nella storia degli Europei, è il terzo oro per la marcia femminile italiana dopo le due vittorie dell’indimenticabile Annarita Sidoti sui 10 chilometri (1990 e 1998) e la seconda doppietta (nel 1998 argento per Erica Alfridi). Bronzo all’ucraina Lyudmila Olyanovska in 1h28:48 sorpassando sulla linea d’arrivo la spagnola Laura Garcia-Caro (quarta con lo stesso tempo) che stava festeggiando in anticipo, quindicesima Eleonora Giorgi in 1h33:29. Valentina Trapletti: “Sono incredula e super felice. Ci credevo, ci ho sempre creduto, ma non mi aspettavo un risultato così grande. Roma è una città magica, il pubblico è stato pazzesco, mi ha spinto talmente tanto che a un certo punto non capivo più nulla”.

5000 donne (finale) - Se Nadia Battocletti avesse potuto scrivere il copione del 5000 dei sogni che va in scena all’Olimpico, l’avrebbe creato proprio così. La 24enne trentina di Cavareno è la nuova campionessa europea dei 5000 metri: il primo alloro continentale tra le grandi, accompagnato dal nuovo primato italiano alleggerito di sei secondi, arriva in una finale condotta dall’inizio fino a 100 metri dal termine dalla norvegese Karoline Grovdal, che l’aveva battuta agli Europei di cross. Dopo un primo chilometro da 3:01.78, la vichinga passa in 5:58.92 ai 2000, in 8:55.91 ai 3000, in 11:51.85 ai 4000: il ritmo stronca le speranze di Mariana Machado, seconda davanti a Nadia nella prima parte di gara, ma non l’azzurra, già campionessa d’Europa più volte a livello giovanile (una volta sui 5000 da under 23, due volte da under 23 e due volte da under 20 nel cross) e brava a stringere i denti verso un ultimo chilometro da batticuore. Battocletti segue come un’ombra Grovdal: alla campana, ai 300 metri dal termine e anche ai 200 quando la norvegese prova ad abbozzare una progressione lunga. Ma negli ultimi 100 metri per la scandinava non c’è nulla da fare: l’allieva di papà Giuliano si invola per vincere in 14:35.29, secondo crono europeo 2024 dietro Sifan Hassan, ovvero proprio l’atleta che da Nadia a Roma perde il primato dei campionati (era 14:46.12 a Berlino 2018). Grovdal è argento in 14:38.62, la spagnola Marta Garcia bronzo con il record nazionale a 14:44.04. Si migliorano anche le altre due azzurre in gara, Federica Del Buono (Carabinieri) settima a consolidare la quarta posizione italiana all time con 15:00.05 e Micol Majori (Pro Sesto Atl. Cernusco) 15esima con 15:20.89.

4x400 mista (finale) - Medaglia, record italiano, pass olimpico ormai quasi certo: l’Italia celebra la miglior recita di sempre nella 4x400 mista. Una finale diretta tutta da raccontare, firmata da Luca Sito, Anna Polinari, Edoardo Scotti e Alice Mangione, tutti oltre qualsiasi pronostico per centrare la prima medaglia internazionale (tra Giochi, Mondiali ed Europei) per gli azzurri in questa specialità. L’avvio di Luca Sito è sontuoso: dal blocco la sua prova è cronometrata in 44.75, tempo che per dare un riferimento è addirittura due centesimi meglio del primato italiano di Davide Re. L’Italia cambia per prima e Anna Polinari ne approfitta per virare davanti alla corda: due atlete decisamente più accreditate della veronese come l’irlandese Rhasidat Adeleke e l’olandese Lieke Klaver la superano ai 200 metri, ma Polinari dimostra di aver distribuito con grande sagacia andando a superare nientemeno che la ‘orange’ Klaver nel finale per uno ‘split’ da 51.10 lanciato. Irlanda, poi Italia, un rimontante Belgio e Olanda: questo il transito a metà gara quando Edoardo Scotti riceve il testimone. Il terzo giro è il terreno del campione del mondo indoor Alexander Doom, belga, che con un fantastico 44.16 porta il suo team al comando, ma Scotti è lì, con un notevolissimo 44.78 lanciato, a mezzo secondo dal Belgio, a un decimo dall’Irlanda e con nove decimi sullo spauracchio Olanda, con Femke Bol. L’olandese volante però stavolta recupera solo nei 150 metri, nei quali l’Irlanda va a vincere in 3:09.92 con Sharlene Mawdsley ultima e decisiva frazionista (49.40!), ma Alice Mangione è splendida con il suo 50.06 lanciato e riesce a tenersi dietro Bol per quattro centesimi, con il Belgio quarto a poco più di tre decimi. Il crono, in chiave italiana, porta la specialità in un’altra dimensione: 3:10.69, quasi tre secondi in meno del precedente limite a 3:13.51. Gli azzurri sono ora ampiamente in vetta alla graduatoria delle squadre non ancora promosse ai Giochi olimpici: un’ipoteca sull’ammissione a Parigi anche dell’unico quartetto mancante.

“Sono super soddisfatto - commenta Luca Sito, autentico astro nascente dei 400 azzurri - questi sono giorni speciali per me, sono i miei primi Europei ma sono anche Europei a Roma e hanno ancora un maggior valore. Sono arrivato quest’anno in Nazionale assoluta, un grande grazie va anche ai compagni, che mi hanno accolto in azzurro come fratelli maggiori”. Anna Polinari mischia emozioni e cifre: “Stavo bene, volevamo sognare in grande e abbiamo sognato in grande. Facendo i conti avevamo ipotizzato di valere sotto un crono sotto i 3:12 e abbiamo fatto oltre un secondo meglio”. Per Edoardo Scotti è l’argento della rinascita dopo due stagioni difficili: “Questo è un punto di partenza, non potevo mancare qui: la staffetta è casa mia, lo Stadio Olimpico è la casa dell’atletica italiana”. Chiusura con Alice Mangione, arrivata davanti a Femke Bol e ai sogni: “Faccio ancora fatica a crederci: ci credevamo, ma sapevamo fosse difficile. Abbiamo dato tutto e forse anche di più”. Domani, dalle ore 11.45, torneranno tutti e quattro in pista nella gara individuale con una medaglia indimenticabile a spingerli verso le semifinali.

Matteo Porro/ Cesare Rizzi