Nella storica serata del terzo titolo continentale nell’alto di Gianmarco Tamberi e della doppietta 5000m-10.000m di Nadia Battocletti, l’acuto al diapason in chiave lombarda nel day 5 degli Europei di Roma 2024 porta la firma di Dario Dester. Il cremonese del CS Carabinieri, al termine di un crescendo rossiniano di emozioni e di risultati, è sesto nel decathlon con 8235 punti, nuovo record italiano Assoluto a migliorare se stesso di 17 punti e a confermare la sesta posizione di Monaco 2022. Dopo Sveva Gerevini, Dario Dester: due cremonesi allenati da Pietro Frittoli e cresciuti nella Cremona Sportiva Atletica Arvedi allo Stadio Olimpico hanno riscritto la storia delle prove multiple.
LA CRONACA DELLA 5ª GIORNATA
Decathlon (1500) – Dario Dester (foto Grana/FIDAL) oltre i sogni della vigilia: il cremonese migliora se stesso e il proprio record italiano Assoluto portandolo da 8218 a 8235 punti. Il palcoscenico è sempre il medesimo, gli Europei: a Monaco 2022 aveva chiuso sesto, piazzamento che replica all’Olimpico, ma salendo ancora, al termine di un travolgente crescendo prestativo e di emozioni durante la due giorni, una progressione culminata con due straordinarie prove nel giavellotto e nei 1500 metri conclusivi, a cancellare il -178 con cui il ‘superman’ lombardo aveva chiuso il day 1. Quasi cinque metri di crescita in pedana avevano aperto l’orizzonte su un possibile primato italiano: a Dario serviva 4:25.70 per il primato e, sulle ali dell’entusiasmo, di una ritrovata fiducia e di un Olimpico “bollente” per le imprese di Tamberi e Battocletti, l’azzurro piomba sul traguardo in 4:23.36 finendo quinto “di tappa” e decisamente forte, dopo un passaggio ai 1000 da 3:00.53.
L’allievo di Pietro Frittoli, ieri, aveva ammesso come tornare in gara nei 100 con il personale pareggiato a 10.76 l’avesse ‘liberato’ sul piano emotivo: il suo ultimo decathlon portato a termine risaliva proprio a Monaco 2022, poi una serie di problemi fisici ne avevano frenato la crescita. L’ultimo intoppo risaliva alla vigilia del Multistars, a fine aprile, una lesione muscolare che gli aveva fatto temere di non potersi giocare le carte qui a Roma. Invece, niente di tutto questo: 10.76 (100), 7,32 (lungo), 12,43 (peso), 2,02 (alto), 48.43 (400), 14.28 (110 ostacoli), 41.00 (disco), 4,90 (asta), 63,66 (giavellotto) e, appunto, 4:23.36 (1500) sono le cifre tecniche che ne certificano la rinascita, con tre personal best migliorati o pareggiati (100, giavellotto, 1500). “Sono troppo contento – la sua viva voce -: sono riuscito a rientrare dopo due anni difficilissimi e sono riuscito ancora a migliorare il mio record. Sono davvero contento di me stesso e di come ho reagito alla controprestazione nel getto del peso. Ho un team incredibile, da pelle d’oca”.
Il 1500 finale conferma in vetta l’estone Johannes Erm: con 4:24.95 arriva anche la miglior prestazione mondiale 2024 a 8764 punti. Alle spalle è ‘ribaltone’: Kevin Mayer si ‘accontenta’ del minimo olimpico e con 4:55.99 scivola dal secondo al quinto posto (8476); si scatena Sander Skotheim (Norvegia): con 4:22.41 sale a 8635 punti e all’argento; bronzo e personale a 8606 punti per il francese Makinson Gletty, che precede Niklas Kaul (8547), autore di un gran 1500 (4:17.77, secondo crono dopo il 4:16.77 di Jeff Tesselaar). Lorenzo Naidon chiude con 4:46.48 sul miglio metrico e con il 20esimo posto a 7519 punti.
Triplo uomini (finale) – Gara di livello “lunare” grazie a due ragazzi cubani battenti bandiere di Paesi della penisola iberica, sicuri avversari di Andy Diaz in ottica Giochi di Parigi. Jordan Alejandro Diaz Fortun (Spagna) e l’olimpionico in carica Pedro Pichardo (Portogallo) atterrano entrambi oltre il ‘muro’ dei 18 metri: apre Pichardo con il record nazionale lusitano a 18,04 (-0.6), chiude Diaz Fortun, prima con 17,96 (-0.3) e poi con un fragoroso 18,18 (-0.3) al quinto turno, a vanificare la risposta finale di Pichardo (17,92/-0.5 al sesto salto). La misura di Diaz Fortun è la terza al mondo di sempre, alle spalle solo di Jonathan Edwards 18,29) e di Christian Taylor (18,21): se occorreva una prova di quanto sia prestativa la pedana...eccola! Thomas Gogois (Francia) con il personale a 17,38 (-0.4) è bronzo, due italiani approdano nei migliori otto: Emmanuel Ihemeje (Aeronautica) è regolarissimo con i migliori tre salti racchiusi in cinque centimetri, un picco da 16,92 (-0.1) per la settima piazza e il rammarico per un secondo salto giudicato nullo e piuttosto lungo; Andrea Dallavalle (Fiamme Gialle), argento uscente da poco rientrato alle gare, atterra due volte a 16,90 (+0.2 e -0.5) per giungere ottavo. Tobia Bocchi (Cs Carabinieri) invece è 11esimo: 16,18 (-0.3).
Decathlon (giavellotto) - Giù il cappello di fronte a Dario Dester: il cremonese dei Carabinieri firma un’impresa nel giavellotto e guadagna una raffica di posizioni (sei) in una specialità che non è mai stata propriamente sua, aprendo orizzonti impossibili da pronosticare a inizio giornata. L’azzurro, detentore di un personale ottenuto con 58,83 in ‘casa’ l’anno scorso a Cremona, demolisce il proprio limite crescendo prima a 63,17 e poi a 63,66. C’è la rinuncia di Rooth mentre “ruggiscono” il campione in carica Niklas Kaul, autore di 75,45, e il primatista del mondo Kevin Mayer, che scaglia l’attrezzo a 69,54: per Kaul la rimonta è forse tardiva, ma Mayer con questa spallata si porta al secondo posto dietro all’estone Johannes Erm che stampa il personale nell’occasione più importante crescendo da 60,56 a 62,71. L’atleta baltico comanda con 7986 punti, Mayer è secondo a 7893 (-93 lunghezze), l’altro transalpino Makinson Gletty (per lui nel giavellotto lo stagionale a 57,47) occupa la terza piazza a 7846, sei punti in più di Sander Skotheim (61,27 nella nona prova); Kaul è quinto a 7720, Dester provvisoriamente settimo a 7446, solo un gradino al di sotto del formidabile risultato di Monaco 2022 quando riuscì a stabilire il record italiano con 8218 punti. Attenzione ai 1500 metri (ore 22.30): Dario ha un personale da 4:28.64, con 4:25.70 andrebbe un punto più in là del proprio record. Lorenzo Naidon intanto lancia a 50,17: dopo nove gare è 18esimo a 6879.
10.000 donne (finale) - Dopo i 5000 metri, anche i 10.000: è ancora ‘straordiNadia’ (e storica) Battocletti. Sostituite alla divisa rossa e alla chioma bionda di Karoline Grovdal il top verde fluo e i capelli rossi di Klara Lukan: l’inizio dà la sensazione di un déjà vu di quattro giorni fa. La slovena è locomotiva di tutta la prima parte di gara: 3:07.68 ai 1000, 6:11.06 ai 2000, 9:15.40 ai 3000, 12:21.47 ai 4000, 15:28.50 a metà del cammino, quando alle sue spalle ci sono solo Nadia Battocletti (Fiamme Azzurre), Federica Del Buono (Carabinieri), l’olandese Diane Van Es e le britanniche Eilish McColgan e Megan Keith. Nel sesto chilometro si ferma McColgan mentre a inseguire in solitaria è un’ottima Elisa Palmero (Esercito). Nel settimo chilometro la prima scossa: Battocletti prende il comando e il ritmo si ravviva, con Del Buono e Lukan che si staccano. Restano in tre davanti, con Keith a dare il cambio alla campionessa d’Europa dei 5000 metri, Van Es subito in scia e Del Buono sorniona alle spalle del tandem inseguitore. Al penultimo giro arriva la progressione decisiva di Nadia Battocletti: è gioco, partita, incontro Italia, a mandare in visibilio lo stadio Olimpico, con un ultimo chilometro da 2:53.54 e un altro record italiano con 30:51.32, quattordici secondi in meno del 31:05.57 siglato dalla compianta Maura Viceconte nel 2000. Mai nessuna donna italiana aveva vinto due titoli nello stesso Europeo: in campo maschile c’erano riusciti Pietro Mennea (100 e 200 a Praga 1978) e Totò Antibo (5000 e 10.000, proprio come Nadia, a Spalato 1990). Battocletti, celebrata (emozionatissima) anche dal capo dello Stato Sergio Mattarella, diventa la quarta donna nella rassegna continentale a vincere 5000 e 10.000 in una sola edizione dopo Sonia O’Sullivan (1998), Elvan Abeylegesse (2010) e Yasemin Can (2016).
“Mi sono divertita davvero tanto. Ho affrontato i 5000 in modo più aggressivo - la trentina confronta le due vittorie di Roma - e qui mi sono promessa di divertirmi. In questo stadio vivo tutto come una meraviglia. Penso di aver fatto un salto di qualità dopo i Mondiali di Budapest: si impara molto di più dalle sconfitte che dalle vittorie. Senza sudore, senza sacrifici, senza sforzi non si ottiene nulla: sono entrata in una dimensione diversa ispirandomi alle più forti mezzofondiste del mondo, che spaziano dai 1500 ai 10.000. Grazie allo staff medico della federazione: dopo i 5000 ho avuti tanti piccoli problemini, dalle vesciche a un orzaiolo. Il presidente Mattarella era particolarmente emozionato, è stata una situazione particolare, suggestiva”.
Per l’Italia è anche la prima medaglia in assoluto a un Europeo sulla distanza. È una serata magica per l’Italia: dietro l’olandese Diane Van Es (30:57.24) e la britannica Megan Keith (31:04.77) ecco Federica Del Buono, quarta con il personale in 31:25.41 e quarta anche nelle liste italiane all time (dietro Battocletti, Viceconte e Silvia Sommaggio), Elisa Palmero è sesta in gara con 31:38.45 e sesta italiana all time. Valentina Gemetto (Dk Runners Milano) chiude 21esima (33:23.43), Anna Arnaudo (Battaglio Cus Torino) si era nel frattempo fermata dopo quattro chilometri e mezzo.
400 ostacoli uomini (finale) - Alessandro Sibilio dietro solo a Karsten Warholm, ma davanti a un mito azzurro della specialità. È una finale perfetta quella del 25enne partenopeo (passato dall’Atletica Riccardi Milano 1946 quale ultimo club civile), al via in corsia sette, subito alle spalle del norvegese primatista del mondo: ‘Ale’ non cade nella tentazione di forzare il ritmo in avvio seguendo Warholm e nella retta conclusiva, la consueta ‘zona Sibilio’, arriva addirittura a rimontare un paio di metri all’olimpionico. Arrivano tempi sontuosi: oro a Warholm in 46.98, record dei campionati, e argento a Sibilio in 47.50, quattro centesimi in meno del primato italiano di Fabrizio Mori ottenuto quasi 23 anni fa con l’argento iridato di Edmonton 2001 ma anche un’enormità in meno del personale da 47.93 nella semifinale dei Giochi di Tokyo. Bronzo per Carl Bengstrom con il record svedese di 47.94 mentre all’estone Rasmus Magi non basta 48.13 per salire sul podio. Sibilio diventa il quinto europeo di sempre dopo Warholm (45.94), Stéphane Diagana (47.37), Wilfred Happio (47.41) e Harald Schmid (47.48). Quinta è anche la posizione dell’allievo di Gianpaolo Ciappa, portacolori delle Fiamme Gialle, nelle graduatorie mondiali stagionali.
Per l’Italia è la quinta medaglia nella storia europea dei 400 ostacoli maschili, il primo argento dopo gli ori (lontani nel tempo con Armando Filiput, Salvatore ‘Tito’ Morale e Roberto Frinolli tra 1950, 1962 e 1966) e il bronzo proprio di Fabrizio Mori 26 anni fa a Budapest. Sibilio, argento europeo under 20 nel 2017 e già campione del mondo U20 con la 4x400 nel 2018, si butta alle spalle due stagioni difficili con uscite agonistiche di alto profilo alternate a problemi fisici di diversa entità: “È stata una gara incredibile, quasi non ci credo, sono due anni che aspetto questo momento: 20 minuti prima della gara ho letto tutti i messaggi belli che mi sono arrivati per ‘rivivere’ il viaggio, è il coronamento di un sogno. Un grazie particolare va a Fabrizio Mori, amico e idolo: senza vedere i suoi video non mi sarei appassionato. Grazie Fabrizio, per me è come una musa ispiratrice”.
4x100 uomini (batterie) – Il bergamasco Roberto Rigali (Carabinieri), Matteo Melluzzo (Fiamme Gialle), Lorenzo Patta (Fiamme Gialle), Lorenzo Simonelli (Esercito): quartetto inedito in gara che si comporta molto bene nel turno eliminatorio. In sicurezza il primo cambio, di qualità il secondo e il terzo, Simonelli al traguardo in seconda posizione nella seconda batteria con 38.40, crono che fino a pochi anni fa avrebbe meritato un circoletto rosso e che invece ora appare quasi ordinaria amministrazione pur essendo il secondo tempo di tutto il primo round. Nell’eliminatoria azzurra vince l’Olanda in 38.34 e passa anche la Francia a 38.43, nella batteria numero uno avanzano Germania (38.43), Belgio (record nazionale a 38.55), Polonia (38.67), Svizzera (38.70) e Danimarca (39.10) mentre si perde la Gran Bretagna, ottava e ultima (39.60) dopo un pessimo terzo cambio tra Kilty e il bronzo individuale Glave. In zona mista è festival di sorrisi. Rigali: “Ho cercato di correre sciolto senza fare stupidaggini, ho corso con serenità dipingendo una buona curva”. Melluzzo: “La semifinale dei 100 è una cosa passata, è servita per mettere benzina per oggi”. Patta: “Ho recuperato dall’infortunio in tempo, oggi ho dimostrato di essere in buone condizioni fisiche, arriviamo carichi a domani”. Simonelli: “La 4x100 mi piace un sacco, mi sono divertito tanto: mi sono ‘imballato’ negli ultimi 20 metri, questo quartetto ‘montato’ un po’ all’ultimo è andata forte. Le medaglie di Marcell, di Filippo e mia ci hanno caricato a mille. Venite allo stadio: domani vi divertirete”. Mercoledì appuntamento alle ore 22.50 per la finale che chiuderà l’Europeo.
4x400 donne (batterie) - Finale raggiunta per l’Italia, approdata all’atto conclusivo di domani (ore 21.05) con i crono di ripescaggio al termine di una seconda batteria veloce e combattuta. Ottimo l’avvio di Ilaria Accame (Libertas Unicusano Livorno), all’esordio in Nazionale assoluta con uno ‘split’ di 51.93 da fermo, e combattiva la prestazione di Giancarla Trevisan (Bracco), che con un giro lanciato da 50.83 porta l’Italia al secondo posto provvisorio confermato da Rebecca Borga (Fiamme Gialle, 51.51). Ma sono tutte lì: Italia, Belgio, Spagna, Francia e l’Irlanda con Sharlene Mawdsley che si esprime in 49.73 nella quarta frazione, mentre Anna Polinari (Carabinieri/Atl. Brescia 1950), comodamente nelle prime tre fino alla retta d’arrivo, cede due posizioni (parziale di 51.01) in un arrivo serratissimo: Irlanda (3:24.81), Francia (3:25.15), Belgio (3:25.16), Spagna (record nazionale a 3:25.25) e Italia (3:25.28), tempi tutti più veloci della squadra vincitrice della prima batteria, la Polonia (3:25.59) che avanza con Germania e Olanda (tutte le finaliste sotto i 3:26.00). Nell’analisi dopo gara apre Accame: “Per me era la prima volta, le ragazze mi hanno accolto benissimo”. Trevisan: “Le staffette sono sempre divertenti con questo gruppo”. Borga: “Sapevamo non fosse facile, abbiamo dato tutto quello che avevamo, io purtroppo mi sono trovata un po’ bloccata in curva”. Polinari: “L’obiettivo è stato raggiunto, ma pensavo di riuscire a controllare più di quanto ho potuto fare: sul rettilineo ho faticato a tenere chi rientrava all’interno. È il quarto turno in cinque giorni, ma tutto sommato mi sono sentita bene”.
4x400 uomini (batterie) - Italia avanti in scioltezza in un turno eliminatorio che propone anche qualche sorpresa. Gli azzurri sono nella prima batteria: Brayan Lopez (Fiamme Azzurre) esordisce in questo Europeo con uno ‘split’ da 46.37, quarto crono di una frazione d’apertura che vede l’Ucraina al comando con Oleksandr Pohorilko. Il brianzolo Vladimir Aceti (Fiamme Gialle) forza i tempi al rientro alla corda per guadagnarsi una posizione più favorevole e cambia al comando assieme alla sorprendente Ungheria dopo una frazione lanciata da 45.30. Terzo giro per Riccardo Meli (Fiamme Gialle) che parte in testa, si ritrova al terzo posto prima dell’ingresso in rettilineo, poi risale in seconda posizione e passa il testimone al lodigiano Edoardo Scotti (Carabinieri). Per Meli 45.55 lanciato, per Scotti (pur gestendo la situazione) un significativo 44.79 per portare l’Italia al secondo posto in 3:02.01, “Q” maiuscola condivisa con la Gran Bretagna (3:01.69) e con l’Ungheria (3:02.09, record nazionale). Sorprese, si diceva: l’Olanda, senza il bronzo individuale Bonevacia, è quarta nella prima batteria ed esce di scena con 3:03.50. Nella batteria numero due, più veloce, passano Francia (3:00.77), Belgio (3:01.09), Germania (3:01.44), Spagna (3:01.45) e Portogallo (3:01.91, record nazionale) con la Polonia out per infrazione di corsia. Queste le dichiarazioni dei quattro frazionisti azzurri. Lopez: “Per me era la prima volta da primo frazionista, ero molto nervoso ma correre in casa mi ha dato una carica in più”. Aceti: “Sono qui da sei giorni, avevo una voglia matta di correre: è stata una buona frazione”. Meli: “Importante era passare il turno e far riposare i ragazzi che entreranno domani in finale. Sono partito piano ma ho chiuso forte: questa 4x400 merita attenzione”. Scotti: “La pista è una bomba, questa è una gara che mi ha fatto bene per ‘svegliarmi’: ci siamo. Mi sentivo molto peggio in riscaldamento rispetto al feeling provato in gara”. Finale domani sera alle 21.17.
Decathlon (asta) - Ribaltone nella specialità crocevia della seconda giornata della prova multipla: Kevin Mayer ottiene la miglior misura con 5,30, ma a 5,20 arriva Johannes Erm e a 5,10 sale Markus Rooth, a guadagnare una buona manciata di punti su Makenson Gletty (4,90) e un’enormità su Sander Skotheim che si salva al terzo assalto a 4,40 ma poi non va oltre 4,60. Erm balza al comando con 7207 punti, Gletty resiste al secondo posto a 7146, Rooth è terzo a 7096, soli tredici in più di Skotheim, con Mayer in agguato a 196 punti dalla vetta e a 85 dal bronzo. Abdica definitivamente Niklas Kaul che si ferma nell’asta a 4,90, misura superata sia da Dario Dester sia da Lorenzo Naidon, davvero vicinissimo a portare a casa i cinque metri. Nella generale Dester è 13esimo (6653), Naidon 19esimo (6288).
Decathlon (disco) - Scocca l’ora di Niklas Kaul: il tedesco, formidabile interprete di alcune specialità della seconda giornata, firma il personale con 49,89. Batte un colpo anche il primatista del mondo Kevin Mayer (Francia), autore di 48,53. Tra i battistrada della prima giornata il derby norvegese va a Markus Rooth che supera “di giustezza” Sander Skotheim 46,54 a 46,18 con Johannes Erm (44,54) e Makenson Gletty (43,53) comunque poco lontani. Come il peso, non è specialità favorevole ai decatleti italiani: Dario Dester centra comunque lo stagionale a 41,00, Lorenzo Naidon lancia a 37,54. Skotheim torna in testa con 6293 punti: +27 su Gletty, +58 su Erm, +138 su Rooth, +286 su Mayer che staziona in quinta posizione, mentre Kaul è ora nono a 426 punti dalla vetta, Dester 14esimo (5773), Naidon 20esimo (5408).
Decathlon (110 ostacoli) - Ricomincia con il piede giusto Dario Dester che nei 110 ostacoli arriva davanti a tutti nella prima serie in 14.28 (+1.3): è il suo miglior risultato in un decathlon, oltre che il secondo in carriera. Nella terza serie per Lorenzo Naidon c’è invece il crono di 14.54 (0.0) mentre il francese Makenson Gletty (terzo in classifica dopo la prima giornata), in nona corsia, rimane sui blocchi al momento dello sparo e scatta in ritardo (0.490 di reazione), si rialza subito e poi riparte: il transalpino inizia di fatto dopo un secondo e mezzo, per chiudere in un 15.30 che rischia di compromettere le sue possibilità di podio. Ma su decisione della giuria viene consentito di ripetere la gara, circa quaranta minuti dopo, a Gletty che ne approfitta con il personale di 13.88 (+0.7) per balzare al comando con 5529 punti superando il norvegese Skotheim (5502) e l’estone Erm (5477), dodicesimo Dester (5088), diciannovesimo Naidon (4793). Tra gli altri, nei 110hs, meglio di Dester soltanto lo svizzero Finley Gaio (14.04) e il ceco Vilem Strasky (14.24).